02.12.2018 – 1^ Avvento: TESTIMONI DELLA VERITÀ’

02.12.2018 – 1^ Avvento: TESTIMONI DELLA VERITÀ’

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Editoriali, Liturgia,

Cosa significa attendere, quando è in atto il “tutto subito”? Cosa del resto possiamo aspettarci se tutto è “a portata di mano”? Può esistere un mondo “senza  attesa”? Non è, forse, un mondo a scatola chiusa, dove strutture nuove, costruite da mani    d’uomo, prendono il posto di quelle vecchie?

Provo allora a pensare l’uomo in corsa che non sa il perché di quel correre e fin dove conduce. Una corsa tuttavia che si ferma dove è costretta a fermarsi creando ogni volta un disagio che scuote. Sembra, a prima   vista, un vivere a vuoto, senza senso.

Provo ora a pensare l’uomo in silenzio che ne scopre il segreto vitale. Si ritrova, per questo, in pace con se stesso, senza temere di guardarsi dentro, che non fugge dalla realtà. Sembra una persona serena e armonica.

Mi sembra di comprendere che l’uomo in corsa ha il rischio di vivere per sé ma in balia di altro, mentre l’uomo in silenzio ha la gioia di scoprire se stesso ma in relazione con Dio.

Ma vedo pure che tra il silenzio e la corsa ci sia una connessione.

La corsa snoda e dilata in concretezza: la coscienza del risveglio, i bambini da condurre a scuola, il lavoro che attende,  l’ingorgo che imbottiglia, la fatica dei rapporti, lo stipendio che tarda a venire, il mutuo da pagare…

Il silenzio compone e ricompone in   armonia:  Chi sono io? Da dove vengo?   Dove cerco la gioia? Quale relazione col    dolore? Cosa ne faccio della mia vita? Ha senso il mio agire? Qual è la meta della vita?

Dice Papa Francesco nell’Esortazione Evangeli Gaudium al n 223:

“Uno dei peccati che a volte si riscontrano interattività socio-politica consiste nel privilegiare gli spazi di      potere al posto dei tempi dei processi.

Dare priorità allo spazio porta a diventar matti per risolvere tutto nel momento presente, per    tentare di prendere possesso di tutti gli spazi di potere e di autoaffermazione.

Dare priorità al tempo significa occuparsi di iniziare processi più che di possedere spazi. Il tempo ordina gli  spazi, li illumina e li trasforma in anelli di una   catena in costante crescita, senza retromarce. Si tratta di privilegiare le azioni che generano nuovi dinamismi nella società e coinvolgono altre persone e gruppi che le porteranno avanti, finché fruttifichino in importanti     avvenimenti storici. Senza ansietà, però con convinzioni chiare e tenaci”.

È così che s’impara ad attendere e la vita diventa operosa senza orgoglio e privilegi.

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