03.10.2016 – 2^a del Tempo di Natale: Vivere la Sapienza

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,

“La Sapienza fa il proprio elogio” (Sir 24, 1 ss).
“Tutto è stato fatto per mezzo di Lui (di Lei)” (Gv 1,3 ss).
Essa guida Dio, Egli è la Sapienza in persona e Gesù, venendo, ce lo ha svelato.
La sapienza vede il tutto con gli occhi dell’Amore: la disposizione del creato dove ogni essere ha il suo compito e lo mette in atto. Nulla nello stesso creato è fuori posto.
Gli occhi di Dio sono dati, per Gesù, anche agli uomini. E chi sta vicino a Lui può imparare come vede e agisce la Sapienza. Ma c’era da cambiare!
Alla moltiplicazione dei pani, di fronte alle indagini sociologiche che assicurano l’im-possibilità di dar da mangiare a tutta quella gente con soli 200 denari, Gesù fa vedere che basta di meno. La Sapienza insegna che i beni servono quando servono a tutti e tutti ne possono usufruire. È la sapienza dell’amore!
Così Pietro che non comprende il linguaggio della croce – “pensa infatti come tutti” – e lo vuole impedire dicendo a Gesù: “non sia mai!”. Gesù lo rimprovera perché “non pensa come Dio!”. Non lo respinge ma gli dice di sentirsi sempre un discepolo che impara a leggere le cose con gli occhi di Dio.
San Paolo distinguerà le varie reazioni. “23noi annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; 24ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. 25Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini”. (1Cor 1,22-25). Perché la croce? Non c’è altro mezzo sulla terra per “mostrare” cos’è l’amore. Gesù infatti l’ha presa non solo come il prezzo del riscatto ma soprattutto perché era riscattato l’amore che riportava l’uomo nella realtà di Dio. Privo di tutti ma mai di Dio!
La Sapienza può dire: tutto passa, solo Dio resta (Santa Teresa d’Avila)
1. Chiedere la Sapienza.
“5Se qualcuno di voi è privo di sapienza, la domandi a Dio, che dona a tutti con semplicità e senza condizioni, e gli sarà data. 6La domandi però con fede, senza esitare, perché chi esita somiglia all’onda del mare, mossa e agitata dal vento. 7Un uomo così non pensi di ricevere qualcosa dal Signore: …” (Gc 1, 5-7)
2. Non fermarsi a ciò che passa ma salvare sempre l’essenziale.
Dice Gesù: siate prudenti come i serpenti…Ma che significa essere prudenti come serpenti?
A questo interrogativo dà una risposta bellissima Sant’Agostino (discorso 64): “(…) Quando infatti il serpente è oppresso dalla vecchiaia e sente il peso della decrepitezza, s’introduce a fatica attraverso un cunicolo e così facendo si spoglia della pelle vecchia per uscir fuori nuovo. Imitalo tu, o cristiano (…) Spogliatevi dell’uomo vecchio con le sue azioni e rivestitevi dell’uomo nuovo ch’è stato creato ad immagine di Dio”.
Esprimiamoci quindi liberamente, perché la libertà di espressione è inviolabile, ma faccia-molo come donne e uomini rinnovati dall’insegnamento di amore e fratellanza di Gesù, anche quando siamo circondati dai lupi.
Dice ancora Sant’Agostino: “(…) Imitalo in modo più sicuro: conserva la tua testa. Può darsi che qualcuno di voi quando voleva uccidere un serpente, ha osservato come questi per salvare la sua testa espone ai colpi di chi lo ferisce tutto il suo corpo? Esso evita di farsi colpire nella parte di se stesso ove sa di avere la vita. (…) Ma la nostra vita è Cristo (…).
3. Insegnare il linguaggio della sapienza.
Esso si attinge dal pozzo della preghiera. Il contatto con la sapienza incarnata, incarna in noi la stessa sapienza.