04.02.2024 – 5^ del T.O.: Peccatori siamo tutti

04.02.2024 – 5^ del T.O.: Peccatori siamo tutti

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Ricordando che a Lisbona il Papa ha detto ai giovani che la Chiesa è per «todos, todos, todos», l’intervistatore gli ha chiesto se rendere la Chiesa aperta a tutti è la grande sfida del suo pontificato:
«È la chiave di lettura di Gesù. Cristo chiama tutti dentro. Tutti. C’è proprio una parabola: quella del banchetto nuziale al quale nessuno si presenta, e allora il re manda i servi “ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete chiamateli alle nozze”. Il Figlio di Dio vuole far capire che non desidera un gruppo selezionato, un’élite. […] Quando mi interrogano: “Ma possono entrare pure queste persone che sono in tale inopportuna situazione morale?”, io assicuro: “Tutti, l’ha detto il Signore”».
Anche sulla benedizione delle coppie irregolari e dello stesso sesso, per cui viene molto attaccato da «piccoli gruppi ideologici», la posizione è questa:
«il Vangelo è per santificare tutti. Certo, a patto che ci sia la buona volontà. E occorre dare istruzioni precise sulla vita cristiana (sottolineo che non si benedice l’unione, ma le persone).
Ma peccatori siamo tutti: perché dunque stilare una lista di peccatori che possono entrare nella Chiesa e una lista di pecca-tori che non possono stare nella Chiesa? Questo non è Vangelo».
Quando Francesco percepisce tensioni attorno a sé prova con calma a instaurare un confronto e quando si sente solo prega, guardando sempre e comunque avanti senza temere scismi.
Dopo aver toccato i temi dell’intelligenza artificiale, grande innovazione che deve essere gestita eticamente, e della Giornata mondiale dei bambini, istituita perché mancava un’occasione per ascoltarli e ragionare su che tipo di mondo lasciare loro, il Papa ha affermato che il suo sogno per la Chiesa è quello che segua la costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II Dei Verbum, ovvero ascoltare religiosamente la Parola di Dio e proclamarla con ferma fiducia, e «sappia essere vicina alla gente nella concretezza e nelle sfumature e nelle asperità della vita quotidiana».
Infatti, egli si sente «un parroco. Di una parrocchia molto grande, planetaria, cer-to, ma mi piace mantenere lo spirito da parroco. E stare in mezzo alla gente. Dove trovo sempre Dio».
(Papa Francesco, dall’intervista alla Stampa)