05.11.2023 – 30^ del Tempo Ordinario: ESSERE FAMIGLIA DI DIO! – Mt 23,1-12

05.11.2023 – 30^ del Tempo Ordinario: ESSERE FAMIGLIA DI DIO! – Mt 23,1-12

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Gesù parla degli scribi e dei farisei.
Gli scribi, o letterati, erano gli studiosi di professione della Legge di Mosè, riconosciuti ufficialmente. Esercitavano una grande influenza in seno alla società in forza del loro ufficio di istruire nella legge del Signore, determinarne il senso esatto e, di conseguenza, dettare le sentenze nei tribunali.
I farisei non costituivano una classe speciale. Erano i difensori entusiasti ma anche intransigenti delle patrie tradizioni e soprattutto della legge di Mosè, in cui trovavano tutte le norme per la vita di ogni cittadino.
Due sono le denunce di Gesù.
La prima è l’occupazione della “cattedra di Mosè”. Un tale fatto obbliga a distinguere la dottrina comunicata (da accogliere) e l’esempio negativo di chi insegna (da non seguire).
La seconda è fatta di due condanne:
▪ l’imposizione sul collo dei loro discepoli un giogo di norme e tradizioni insopportabili;
▪ l’agire che ha per fine il mettersi in mostra per essere approvati da loro circa la scrupolosa osservanza delle tradizioni mosaiche.
Poi si dice che amano i primi posti nelle sinagoghe e sentirsi chiamare ‘rabbì’, maestri.
Fin qui la situazione.
Qual è il pensiero di Gesù?
È chiaro che Egli, mite ed umile di cuore, insegna l’umiltà. La fede non ha bisogno di essere esibita e le opere buone non hanno bisogno di pubblicità. Nella logica del vangelo è grande chi si fa servo, è maestro non chi sale in cattedra ma chi serve l’uomo.
Non paghiamo forse oggi lo scotto di essersi fatti vedere che c’eravamo imponendo il meglio e non proponendolo come dono immenso?
E poi egli afferma: Un solo è Padre, e voi Fratelli tutti!
E che Dio è Padre, lo manifesta la vita fraterna dei suoi figli. E perché ciò possa accadere ci vuole chi la vive sul serio e se ne fa promotore.
È un esercizio che richiede tempo e coraggio. Tempo per garantire l’uno all’altro che la si vuole e coraggio di non badare ad altri mezzi per far conoscere Dio. E mentre dire Padre crea in ognuno una relazione unica con Lui, l’essere fratelli allarga il cuore così da poter abbracciare tutti, come il Padre stesso fa.
E si potrà dire in verità che ogni uomo è mio fratello, e non basterà di certo tutta la vita per esaurire l’ingresso di sempre nuovi fratelli.
Proviamo ad essere oggi testimoni veri di questa sua Parola che è la più grande rivelazione di Dio e dell’uomo nella storia.
Come aiuto, sentiamo rivolta anche a noi la domanda: dov’è tuo fratello? (cfr Gen 4,9).