06.05.2018 – 6^ di Pasqua: IL TEMPO È SUPERIORE ALLO SPAZIO

06.05.2018 – 6^ di Pasqua: IL TEMPO È SUPERIORE ALLO SPAZIO

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Editoriali, Liturgia,

Ecco come viene descritto nell’Evangelii gaudium:

«Questo principio permette di lavorare a lunga scadenza, senza l’ossessione dei risultati immediati.

Aiuta a sopportare con pazienza situazioni difficili e avverse, o i cambiamenti dei piani che il dinamismo della realtà impone.

È un invito ad assumere la tensione tra pienezza e limite, assegnando priorità al tempo.

Uno dei peccati che a volte si riscontrano nell’attività socio-politica consiste nel privilegiare gli spazi di potere al posto dei tempi dei processi.

Dare priorità allo spazio porta a diventar matti per risolvere tutto nel momento presente, per tentare di prendere possesso di tutti gli spazi di potere e di autoaffermazione. Significa cristallizzare i processi e pretendere di fermarli.

Dare priorità al tempo significa occuparsi di iniziare processi più che di possedere spazi. Il tempo ordina gli spazi, li illumina e li trasforma in anelli di una catena in costante crescita, senza retromarce. Si tratta di privilegiare le azioni che generano nuovi dinamismi nella società e coinvolgono altre persone e gruppi che le porteranno avanti, finché fruttifichino in importanti avvenimenti storici. Senza ansietà, però con convinzioni chiare e tenaci» (n. 223).

Credo che queste frasi funzionino bene per capire come stia operando papa Francesco, e perché il suo obiettivo – più che rivoluzionare in quattro e quattr’otto la Chiesa-istituzione – è di iniziare processi. Di generare aperture.

In altri termini, e pur senza essere dotato della sfera di cristallo: dopo Francesco, non sarà più possibile fare il papa come lo si faceva prima di Francesco.

Difetterò per eccessivo ottimismo, ma personalmente sono convinto che, tra gli effetti del presente pontificato, si stia consolidando un punto di non ritorno. Perché «la sapienza del discernimento riscatta la necessaria ambiguità della vita. Ma bisogna penetrare l’ambiguità, bisogna entrarci, come ha fatto il Signore Gesù assumendo la nostra carne» (Francesco, Discorso alla comunità de “La Civiltà Cattolica”, 9 febbraio 2017).

E Francesco questo sta facendo, esaltando qualcuno e intristendo altri. Perché è un uomo e un cristiano, prima ancora che il papa.

Brunetto Salvarani

teologo, saggista e critico letterario italiano in Settimananews 27.04.2018