06.10.2022 – 29^ del Tempo Ordinario: La preghiera, la fede e l’amore camminano insieme
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,PERCHÉ PREGARE SEMPRE SENZA STANCARSI MAI?
La preghiera tiene ben fisso, lo salda e rinsalda, quel Patto-Alleanza che ci lega a Dio che è fedele di per sé mentre noi lo siamo attraverso questo contatto-colloquio vitale e continuo con Lui.
1. La preghiera è l’arma in più che porta a confidare in Dio con il quale si instaura un colloquio che stabilisce la vera giustizia che, in senso biblico, è la relazione vitale con Dio e con la sua volontà, che sa riconoscere che è suo posto centrale nel proprio cuore e gli permette così di amarci e donarci la sua pace.
Di conseguenza porta anche a far circolare la certezza che Egli ama al di là di come vanno le cose e se si riesce a compierle come si vorrebbe.
Si dice pure che è una giustizia che accade prontamente, dal momento che una tale relazione con Dio diventa cioè sempre più forte. Le prove infatti tentano di romperla ma non ci possono riuscire.
Non è quindi giusto dare a Dio un’immagine distorta come quella di un dittatore che a che fare con degli schiavi!
2. La preghiera è il modo per poter vedere le cose della terra con gli occhi di Dio.
È una visione che dà gioia perché nasce dall’Amore suo, immenso e infinito, conosciuto e sperimentato, e insieme anche dolore perché non se ne vede il riflesso sulla terra se non a tratti per lo più nascosti e quindi da scoprire. E ti sembra come illogico non credere ad un tale Amore che soddisfa l’anima e dà senso alla vita con la certezza che è l’unico a non crollare e resta per sempre.
LA PREGHIERA È STATA L’ANIMA DELLA VITA DI GESÙ.
Egli ha sempre pregato e anche notti intere, ma ha preso i connotati più veri nell’ultimo tratto quando nell’orto degli ulivi diventa una lotta tra la promessa che sembra vanificarsi e la certezza che il Padre la porta comunque a compimento.
E continua a compiere la volontà del Padre e a credere al suo amore, quando gli chiede di perdonare coloro che lo stanno crocifiggendo perché “non sanno quello che fanno”; quando grida l’abbandono, che udito da noi è grido di dolore mentre detto da Lui non può essere che grido di amore; alla fine quando, come abbandonato, si riabbandona nelle sue mani e così riallaccia il rapporto dell’uomo, del figlio, di ogni figlio, col Padre.
E grida: tutto compiuto! L’Amore ha vinto! Giustizia è fatta!
La preghiera diventa allora credere che Dio ti ama immensamente, notte e giorno e tu hai la possibilità di ricambiarlo amando ad uno ad uno, coloro che la vita ti fa incontrare. Così come afferma Giovanni: “Se Dio ci ha amati (e ci ama) così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri” (1Gv 4,11).
Allora pregare senza stancarsi non dice più la fatica ma la gioia di stare con Dio e far perdurare questo rapporto in ogni momento.