07.05.2023 – Domenica 5^ di Pasqua: VIAGGIO DI RITORNO – Gv 14,1-12

07.05.2023 – Domenica 5^ di Pasqua: VIAGGIO DI RITORNO – Gv 14,1-12

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Gesù disse di se stesso:
“sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre” (Gv 16,28).
Ora possiamo anche capire che Egli è venuto per essere, insieme, Via, Verità e Vita, che tradotte vogliono significare: strada sicura, difficile perché fatta di salite e discese, di certezze ed incertezze, comunque percorribile; verità certa che si scopre sempre di più camminando con Lui; vita abbondante che sazia: “Io sono il Pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!” (Gv 6,35).
Si tratta tuttavia di qualcosa che già accade ma non ancora in maniera definitiva. Lo si comprende meglio grazie alla richiesta di Filippo: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. Egli esprime, nella sua semplicità, ciò che è essenziale: l’essere amati dal Padre! Che è poi l’esigenza di ogni figlio e, insieme, il dovere e la responsabilità di ogni genitore di non fargli mancare affetto e tenerezza.
È così che Filippo costringe Gesù a rivelargli ciò che non era possibile comprendere con la sola mente umana: la vita della Trinità di Dio che è tutta concentrata ed espressa nella sua persona, e chi lo vede e crede in Lui, vede e crede in Dio anche come Padre, con lo Spirito che vive e ne impersona l’unità.
È l’unico amore che in Gesù arriva nella sua interezza e poi s’irradia attraverso chi se ne lascia inondare e lo fa scorrere. È quell’amore che fa scoprire e riscoprire la bellezza nella natura e nei rapporti; ed è la bellezza di Dio che si esprime in tutto e che attende ulteriori manifestazioni per le nostre opere che Gesù stesso annuncia addirittura che saranno più grandi di quelle da Lui compiute! E Gesù non esagera mai. Tutto sta nella provvidenziale richiesta di Filippo.
Ora Filippo sa, e anche noi sappiamo, che Gesù è il volto del Padre rivolto verso di noi. Ed è in quanto Figlio che conosce gli ambienti dove il Padre fa vivere i suoi figli. E sono già quelli dove ogni figlio è chiamato a stare e lì compiere la sua volontà. È infatti quella volontà che diventa dimora eterna.
È l’esperienza stessa di Gesù che dice:
“Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite” (Gv 8,29).
Così è anche per noi.
Posso allora dire anch’io:
se lo vuoi e lo fai tu, Gesù, lo voglio e lo faccio anch’io.
È questa la via sicura che non lascia dubbi.