10.11.2019 – 32^ Tempo Ordinario: Un genere diverso di futuro – Lc 20,27-38

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,

“I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dei morti, non prendono né moglie né marito” (Lc 20, 34.35).

Gesù sta tentando di spiegare una verità che solo Lui conosce.

La vita futura è totalmente nuova e non una continuazione di questa che stiamo vivendo.  Non si tratta di proiettare nell’aldilà ciò che di positivo noi sperimentiamo di qua, moltiplicato all’infinito: gioie, piaceri, soddisfazioni e – come sostenevano i rabbini – anche il ritorno alla vita coniugale. Sulla terra infatti ci sono le realtà intermedie, le mediazioni d’amore come la famiglia, la stessa Eucaristia ma di là non più.

Questa è solo la prima parte della vita che viene interrotta dalla morte.

La risurrezione di cui parla Gesù è diversa: l’uomo vive sulla terra una gestazione, si prepara ad una nuova nascita dopo la quale non ce ne saranno altre, perché il mondo in cui entrerà sarà definitivo. In esso non sarà presente alcuna forma di morte.

E Gesù fa delle rivelazioni chiare:

1.  Non si può più morire ma la vita è senza termine.
2.  Si è uguali agli angeli e muta la condizione umana.
3.  Si è figli di Dio, chiamati a vivere la vita nuova già donata nel Battesimo.

Con la risurrezione di Gesù sono cadute tutte le barriere che separavano i vivi dai defunti. Un legame intimo e profondo unisce tutti; quello tra un Padre con tanti figli che lo amano e si amano. Ed è fuori legge il non-amore, non è più contemplato.

Quando, sulla terra, noi, i viventi, ci raduniamo intorno al banchetto eucaristico sappiamo di essere in comunione con i fratelli del cielo.

Gesù garantisce che: “Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per Lui” (Lc 20, 38).

È la certezza che Dio non rinnega nulla di ciò che crea e fa. Inizia nel tempo e   prosegue per l’eternità.

Scrive Benedetto XVI nel suo libro su Gesù Cristo (pag. 272):

“La risurrezione di Gesù è stata l’evasione verso un genere di vita totalmente nuovo, verso una vita non più soggetta alla legge del morire e del divenire, ma posta al di là di ciò, una vita che ha inaugurato una nuova dimensione di essere uomini. Nella risurrezione di Gesù è stata raggiunta una nuova possibilità di essere uomini, una possibilità che interessa tutti e apre un futuro, un nuovo genere di futuro per gli uomini”.

Suggerimenti per vivere:

A.   Imparare a seguire Gesù che arriva alla morte e la supera. Per cui Il dolore e la morte non sono l’ultima parola sull’uomo.

B.   Immettere l’Amore in ogni momento della vita anche nel dolore. Del resto vivere in prospettiva vita eterna   comporta vivere l’Amore purificato dal dolore perché non si confonda o baratti con altro cosi detto amore.