14.01.2018 – 2^ del Tempo Ordinario: L’INCONTRO CHE CAMBIA LA VITA

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,

35Giovanni stava con due dei suoi discepoli 36e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». 37E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù” (Gv 1,35-37).

È una Persona che si segue e non un’idea. Ecco l’importanza del motivi, del luogo, dell’esperienza e del tempo.

Motivazioni.

“Che cosa cercate?”, che cosa attendete per la vostra vita? Quale desiderio avete per mettervi su questa strada? Quale volto di Gesù avete in mente?

Non si segue Gesù per un puro caso. All’inizio può essere che qualcosa incuriosisca e, provando una certa emozione, si cerchi di avvicinarlo.

Poi vien fuori la scelta che matura dentro di noi anche perché si è aiutati e accompagnati a quell’incontro specialissimo e unico. Andrea e l’altro, senza nome, erano discepoli di Giovanni, il Battista, e avevano fatto un cammino con Lui piuttosto austero e chissà. All’inizio del cammino del discepolo c’è una figura importante: quella del testimone, colui che ha già conosciuto Gesù, colui che ha l’occhio per riconoscerlo quando passa accanto, sulla strada, o colui che sa riconoscere la sua voce che chiama nella notte. All’ultimo è bastata una indicazione perché gli andassero dietro.

Non c’è nel Vangelo una risposta particolare dei due alla domanda di Gesù. Avevano subito capito che era più necessario e urgente ascoltare Lui.

Luogo: “Dove dimori?” Invece di una risposta, essi ribattono con un’altra domanda.  Come a dire: ne parliamo privatamente. Ti diremo cosa c’è nel nostro cuore, perché tu ci capisca. Ma ora vogliamo stare con te, anche perché Giovanni ne parlava spesso.

Esperienza: “Venite e vedrete.” Gesù accetta e risponde Lui stesso alle esigenze e ai desideri dei due. Quel venite e vedrete contiene il segreto della vita.

Venite è un atto di estrema accoglienza da parte di Gesù, è lui che desidera incontrare, è lui che tutti i momenti ospita ognuno che lo desideri.

Vedrete dice la trasparenza e il desiderio suo di aprire la sua vita, quella con il Padre e lo Spirito Santo, e farne partecipe ognuno che lo voglia.

Tempo:   “Quel giorno rimasero con Lui; erano circa le quattro del pomeriggio”. Nessuno mai ha potuto fare la cronaca di quel giorno vissuto insieme con Lui.

È rimasto stampato nel loro cuore. Del resto chi avrebbe compreso? In questo caso sarà stato lo stesso Gesù a consigliarli di stare zitti.

Senza la decisione di fermarsi con Gesù (ascoltarne la parola, scrutarne il volto, vedere come si comporta, come giudica, come ama), senza la pazienza del rimanere con Gesù, ogni ricerca è illusoria e falsa. Alla fine non si cerca Gesù, ma se stessi.

C’è tuttavia un indizio che fa comprendere qualcosa. Ed è il comportamento di Andrea. Egli non va dal suo antico maestro, il Battista, a ringraziarlo e a dirgli ciò che era successo dentro di Lui. Egli va a casa e incontra per primo suo fratello e gli dice: abbiamo trovato il Messia, il Cristo!

Ecco la trasformazione da discepolo ad apostolo. Ormai ha capito che stare con Gesù rende annunciatori di una vera buona notizia. Del resto come si può tacere quando lo si è incontrato? Qualche precauzione si può anche prendere ma non più di tanto! E che sia un vero apostolo lo si comprende ancora meglio dalla finale: e lo condusse da Gesù!

È importante poter sperimentare anche noi ad ogni incontro, dentro ogni relazione una presenza viva e illuminante di Gesù. E questo sappiamo come può accadere.

Egli ha detto: “amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”. C’è questa piccola particella, il ‘come’, che è importante, non dice: “Amatevi” e basta. Non affida a me la misura. Ricordiamo quelle parole del Vangelo: “Signore, quante volte devo perdonare, fino a sette volte?” e Gesù risponde: “Fino a settanta volte sette”, che vuoi dire sempre, all’infinito.

Ecco ‘quanto’ dobbiamo amarci, ‘come’ dobbiamo amarci. Quanto? Gesù risponde: “Come io vi ho amati” e ce lo sta dicendo subito prima di salire sulla croce. Vuoi dire allora che nel rapporto fra di noi il nostro amore reciproco non ha limiti, io non posso dire: “lo sono arrivato al limite del mio
amore e adesso basta non posso amare più”. No! Perché Gesù ha amato sino a morire. Questo
è quello che Gesù ci domanda affinché possiamo capirlo, possiamo vivere il Dio che lui ci rivela.

E poter dire anche ad altri: venite e vedrete…è l’esperienza di Gesù che si moltiplica.