16.02.2020 – 6^ del Tempo Ordinario: Settimanale da consultare e stampare

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Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,

Gesù ci dice:

“Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli” (Mt 5,20).

Vale a dire: se il nostro modo di ricercare Dio e la sua volontà non supererà la strada del rigido formalismo; se continueremo a rinchiudere Dio nelle sterili pratiche della stretta osservanza fine a se stessa, non entreremo nel regno dei cieli, non potremo essere suoi discepoli.

In Gesù, Dio vive con noi la nostra stessa vita. E’ Lui la vera giustizia! Con Lui si passa dalla giustizia della legge alla giustizia dell’amore.

1. Non basta non uccidere; d’ora in poi occorre mettere l’altro in condizioni di vivere in pienezza la sua esistenza, senza ridurlo a vivere per sopravvivere, e poi tradurre in atteggiamenti pratici l’attenzione verso di lui.

In concreto: l’altro non può continuare a star davanti a fare rabbia come fosse una controparte o peggio un avversario da cui guardarsi. L’altro è fratello e sorella! Ecco perché la nuova giustizia ha come misura l’amore reciproco e non la coesistenza pacifica per l’osservanza della legge o per aver deposto le armi.

2. Non basta non commettere adulterio, occorre ridare dignità al nostro cuore malato di possesso per cui l’altra, o l’altro, mi appartiene come un giocattolo che posso usare quando e come mi piace.

Ci vuole un guardare – qui si parla di una donna – per far essere e non per possedere che, per Gesù, è uguale se dentro il cuore dove nessuno vede, o fuori di esso dove si può perdere la faccia. Gesù è venuto per rendere possibile un rapporto vero e autentico tra uomo e donna, rispettoso e costruttivo, aperto ed elevante. Quanto potrà essere così privato e nascosto tra uomo e donna da non poter diventare una vera ricchezza per l’umanità? Sto pensando alla coppia che è dinamite! E anche al rapporto uomo-donna, limpido ed arricchente in società perché tutta l’umanità possa ritrovare equilibrio e saggezza.

3. Non è più necessario giurare o spergiurare per esprimere la sincerità dei gesti e delle parole. Quando si è fratelli e sorelle è naturale l’esser sinceri e trasparenti. Si ha fiducia e si superano i pregiudizi. E poi quante cose potranno rimanere nascoste tra fratelli e sorelle?