18.08.2019 – 20^ Tempo Ordinario: IL SENSO DEL CONTRO – Lc 12, 49-53

18.08.2019 – 20^ Tempo Ordinario: IL SENSO DEL CONTRO – Lc 12, 49-53

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,

Gesù disse ai suoi discepoli:

«Se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre» (Lc 12,52).

A prima vista appare paradossale e inverosimile che possa accadere questo nell’area dei credenti in Gesù. Ma se andiamo a fondo si può comprendere che le parole di Gesù, che precedono, sono anche due proposte esplosive:

1.  «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra e quanto vorrei che fosse già acceso!» (Lc 12,49).

Il fuoco per sua natura brucia ed è ben difficile non avvertirlo. Certamente si tratta di un qualcosa che dice “Amore”. Ma un amore vero e non parlato, fatto di gesti concreti e percepibili.

2. «Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!» (Lc 12,50).

Il battesimo traduce questo “Amore” in dono di sé. Si tratta di un amore che diventa una persona che ama, io che mi dono. E siamo di fronte ad una scelta, una vera chiamata a non pensare più a sé ma agli altri.

Si fa allora piuttosto evidente un modo di vedere contrastante di fronte ad una scelta.

Un genitore un giorno si innervosiva di fronte alla scelta che la figlia stava facendo; non riusciva a capire e la giudicava non giusta.

Al che io gli dicevo: vedi, anch’io potrei non capirla come succede a te, ma dimmi: tua figlia è contenta? Sì! Mi rispose.

E allora, conclusi, che cosa desidera un genitore per un figlio se non che sia felice?

C’è per davvero un modo di vedere che crea una divisione e un andare contro.

Accade quando si pensa o si crede che la vita sia segnata da uno standard uguale per tutti e che nessuno deve contraddire. È il pensiero dominante che appare vero solo perché vuole dominare ma non perché lo è di sicuro. E c’è chi se ne accorge e va controcorrente, ponendosi contro fino a pagarne le conseguenze.

Il punto nevralgico delle parole di Gesù è che egli fa un riferimento esplicito alla famiglia che è la prima cellula di una società. Non vuole certo Gesù destabilizzarla ma far sì che essa cresca e si sviluppi come germe di una umanità vera. Se la famiglia funziona, funziona anche la chiesa e l’umanità.

Allora proviamo a darci un vademecum di vita familiare:

1.         Far circolare l’amore vero che considera ognuno come altro da sé.
2.         Rispettare ciascuno nella sua particolarità.
3.         Mettere in luce, con la vita, il dono che ciascuno è.
4.         Non temere le opinioni diverse o contrarie in casa ma vederle come sintomo di crescita.
5.         Saper soffrire in silenzio per amore quando i dissensi hanno una ragione che non si riesce a comprendere.
6.         Aiutare a capire le scelta che uno intende fare e agevolarne l’attuazione.
7.         Parlare offrendo suggerimenti di fronte a scelte che coinvolgono tutta la famiglia.
8.         Non chiudersi come famiglia, compiacendosi di sé.
9.         Ricordare che è proprio dell’amore lasciare andare.

Avere sempre in mente che l’Amore, quando è vero, non è mai lo stesso ma si evolve in continuazione. È sempre nuovo, creativo e carico di fantasia.