21.06.2020 – 12 Tempo Ordinario: Non abbiate paura – Mt 10,26-33

21.06.2020 – 12 Tempo Ordinario: Non abbiate paura – Mt 10,26-33

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,

Dalle Parole di Gesù si percepisce l’urgenza che tutti i tesori di sapienza da Lui donati vengano comunicati a tutti, senza distinzione.
È il passaggio dall’ascolto non superficiale ma profondo, divenuto modo di pensare, alla testimonianza davanti a tutti.
Come?
1. APERTURA TOTALE.
“Quello che ascoltate all’orecchio annunciatelo dalle terrazze”.
Ogni situazione è buona per testimoniare e far conoscere Gesù

2. METODO CAPILLARE.
“Quello che io vi dico nelle tenebre ditelo nella luce.”
Ognuno abbia la possibilità conoscere Gesù.

3. ATTENZIONE ALLA PROVA DELLO SCONFORTO.
“Non vi è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto”.
Non cedere allo scoraggiamento e alla sensazione di inadeguatezza. Il vangelo possiede una energia misteriosa che va al di là di chi lo annuncia.
4. SUPERARE LE TRE PAURE.

  • RIFIUTO. È nel conto la chiusura del cuore all’annuncio. Gesù dice la verità di se stesso; è Lui a subirlo. Ma non si fermerà la sua Parola viva ed eterna. Essa troverà pur sempre chi l’accoglierà e la vivrà. Non bloccarsi davanti a chi si chiude, non temere il fallimento; anzi prendere da qui il coraggio per un nuovo lancio e nuovo slancio.
  • UMILIAZIONE. Ci sta anche l’essere trattati male e l’uso di mezzi per poter annullare la persona (quelli che uccidono il corpo). Non c’è da temere perché nessuno può togliere Gesù dalla vita del discepolo (ma non possono uccidere l’anima). Egli è il più forte.
  • DISTRAZIONE. Va calcolato anche l’essere distolti da Dio, con il tentativo di introdurre nel pensiero che Dio non è amore, non ci ama. Questa è la più grave falsità della storia.

Per concludere:

  • Vivere e annunciare la Parola. Non limitarsi a valori pur validi (come la pace, giustizia…) ma non in grado salvare l’uomo. Essere noi nel quartiere o vicinato, a preoccuparci di annunciare il Vangelo senza aspettare che siano gli addetti (preti, frati, altri) a farlo.
  • Far essere Gesù contemporaneo. Lui Agnello immolato risorto. Non eliminare dalla propria vita la croce che, accolta e vissuta nell’Amore, è passaggio decisivo alla risurrezione.
  • Anzi aiutare chi è sotto il peso della prova illuminandola con amore. E non sarà, oltretutto, la rivelazione del vero volto di Gesù in ogni fratello e sorella che incontriamo o con i quali abbiamo a che fare?
  • Dire con la vita la presenza del Padre. Egli abbraccia tutti i suoi figli. Se provvede agli uccelli del cielo (voi valete più di molti passeri) tanto più provvederà ai discepoli di Gesù; anzi: nessuno quanto il discepolo potrà capire come l’unico a cui valga la pena di affidarsi sia proprio il Padre. E’ Lui che tramuta la tristezza in gioia, ed è garante di tutti e di tutto e vive e fa vivere oltre la morte.

Così Gesù, quel giorno, potrà riconoscersi in noi.