È ammirevole una folla che resta incantata da Gesù per un giorno intero, senza preoccuparsi del mangiare. Senz’altro molti speravano di poter guarire da qualche male, ma tutti erano attratti più che da quello che poteva succedere, dalla persona di Gesù. La fame di amore, quello del Padre, che Gesù incarnava in ogni sguardo, ogni parola, ogni gesto era il cibo nuovo, quello che sazia totalmente ogni desiderio di felicità. Fame d’amore che a sua volta diventa fonte per soddisfare la necessità universale del cibo materiale: “date loro voi stessi da mangiare”.
Oggi lasciamoci affascinare da quel pezzo di pane . Quell’ostia è il concentrato dell’amore di Dio: contiene il bambino di Betlemme, l’umile maestro delle strade della Palestina e soprattutto l’uomo ridotto al nulla d’amore sulla croce dei maledetti. Quel pezzo di pane contiene la risposta a tutti i problemi dell’umanità; mangiato ci fa Gesù che continua attraverso noi a moltiplicare i pani che mancano a due terzi degli uomini. Ci fa noi stessi cibo che placa ogni fame di felicità.