29.01.2023 – 4^ Domenica T. O. e della Parola: LA DISUGUALIANZA NON CONOSCE CRISI

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In Italia il 5% più ricco della popolazione detiene un patrimonio superiore a quello dell’80% più povero: a fine 2021, il 41,7% della ricchezza nazionale netta era in mano ai primi contro il 31,4% nelle disponibilità dei secondi. Addirittura, un anno fa lo 0,134% degli italiani possedeva tanto quanto il 60% dei connazionali meno danarosi. Mentre questi multimilionari hanno visto crescere le loro finanze dell’8,8% in termini reali rispetto al periodo precedente la pandemia, il 70% dei cittadini ha visto calare le proprie risorse patrimoniali, mentre per il 20% più povero c’è stata una sostanziale stabilità.
Questi numeri che si leggono nel nuovo report di Oxfam, fatto uscire in occasione del World Economic Forum di Davos, dimostrano che anche in Italia sta crescendo la concentrazione della ricchezza e le disuguaglianze sono in aumento.
Il trend segue quello globale: nel mondo, l’1% più ricco detiene il 45,6% della ricchezza, mentre la metà più povera appena lo 0,75%, una quota pari a quella in mano a solamente ottantuno miliardari.
Nel nostro Paese, la pandemia, la crisi energetica e l’aumento dei prezzi, con un tasso d’inflazione mai così alto da oltre trentacinque anni, rischiano di scavare ulteriormente questo divario.
Nel 2021, la povertà assoluta, stabile dopo la crescita significativa dell’anno precedente, ha raggiunto quasi due milioni di famiglie (il 7,5% del loro totale) e cinque milioni e seicento mila individui (il 9,4% degli abitanti). I nuclei familiari che non riescono a garantirsi uno standard di vita minimamente accettabile, a causa di una capacità di spesa insufficiente legata al forte calo salari in termini reali, sono raddoppiati negli ultimi sedici anni e sono oggi quelli più esposti all’incremento dei prezzi, soprattutto dei beni alimentari ed energetici.
Questa situazione colloca l’Italia tra gli ultimi paesi nell’Unione Europea nella classifica sulla disuguaglianza dei redditi netti.
Da Rete Sicomoro del 19 gennaio 2023
LA DISUGUALIANZA NON CONOSCE CRISI

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