29.03.2015 – Domenica delle Palme: La consegna!

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,

Io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato. Dio mi assiste, non resto svergognato” (Is 50, 4.7)
È una iniezione di fiducia.
Gesù svuotò se stesso assumendo una condizione di servo…obbediente fino alla morte e a una morte di croce (Fil 2, 7.8)
È il metodo di Gesù… e dei cristiani!
“Giuda cercava come consegnarlo… Ecco il Figlio dell’uomo viene consegnato…e lo consegnarono a Pilato… che lo consegnò perché fosse crocifisso” (Mc 14, 11.41; 15, 1.15)
Nella consegna che Gesù fa di se stesso, si concretizza l’Amore di Dio che dà il Figlio suo. Quindi si concretizza la misericordia infinita ed eterna di Dio.
I vari passaggi esprimono la decisione dell’uomo che spesso non sa quello che fa, appaiono come dovuti. Si tratta di consegne strane in un assordante silenzio: “Gesù taceva e non rispondeva nulla” (al sommo sacerdote); “non rispose nulla” (a Pilato).
Silenzio fino al grido: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. È il massimo della lontananza da Dio, là dove si è cacciato l’uomo. Fin là lo ha portato l’Amore che salva!
ECCO IL DIO DEL SILENZIO.
E il più grande è stato la Croce: Gesù ha sentito il silenzio del Padre, fino a definirlo “abbandono”: “Padre perché mi hai abbandonato?”.
E poi, è successo quel miracolo di Dio, quella parola, quel gesto grandioso che è stata la Risurrezione.
Il nostro Dio è anche il Dio dei silenzi e ci sono silenzi di Dio che non si possono spiegare se tu non guardi il Crocifisso.
Per esempio, perché soffrono i bambini? Come mi spieghi tu questo? Dove trovi una parola di Dio che spieghi perché soffrono i bambini? Questo è uno dei grandi silenzi di Dio.
E il silenzio di Dio non dico che si può “capire”, ma possiamo avvicinarci ai silenzi di Dio guardando il Cristo crocifisso, il Cristo che muore, il Cristo abbandonato, dall’Orto degli Ulivi fino alla Croce. Questi sono i silenzi.
“Ma, Dio ci ha creati per essere felici” – “Sì, è vero”. Ma Lui, tante volte tace. E questa è la verità.
Io non posso ingannarti dicendo: “No, tu abbi fede e andrà tutto bene, sarai felice, avrai una buona fortuna, avrai soldi …”: No, il nostro Dio sta anche in silenzio. Ricordati: è il Dio delle parole, il Dio dei gesti e il Dio dei silenzi, queste tre cose devi unirle nella tua vita. Questo è quello che mi viene di dirti. Scusami. Non ho un’altra “ricetta”. (Papa Francesco ai giovani di Napoli)
PER IMPARARE A SOFFRIRE CON GESÙ
Quando tutto pesa nel cuore con Lui si può parlare di serenità, di leggerezza e di pace.
Quando si fa buio si può parlare di luce.
Quando verrebbe voglia di scappare si può restare e continuare ad amare.
Quando si vorrebbe fare cose o compiere gesti solo per essere tranquilli, si può con Lui attendere, affidando e affidandosi a Dio, il momento della risurrezione.
Soffrire con Gesù è vivere “dentro” in una lastra di dolore e sprizzare la gioia dell’Amore.