Inizio anno – 01.01.2022: Libertà ritrovata per una comunità fraterna

Inizio anno – 01.01.2022: Libertà ritrovata per una comunità fraterna

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A.        CERCARE GESU’ COME I PASTORI

…Sapendo che Lui si fa trovare, anzi è Lui stesso che ci cerca. E quando l’incontro accade, Egli lascia a ciascuno il beneficio della scoperta. Ma potrebbe dire: sono io che ti sono venuto incontro.

E c’è una scuola che ci aiuta, quella di Maria. Lentamente impara da Gesù che ogni cosa ha un senso. È una madre che si lascia educare dal figlio. Non lo ha generato solo fisicamente ma continua a farlo donando ciò che, man mano, assimila da lui: i suoi sentimenti, le sue parole, i suoi gesti; in una parola, tutto il suo amore. E diviene anch’essa educatrice, e, se si vuol conoscere Gesù, basta andare da lei.  Gesù stesso dice a me e a te: “Ecco tua madre!”, tienila con te e capirai che “i perché” della vita non sono altro che i segnali di direzione per potermi incontrare più facilmente.

Ma Gesù come si muove? Bisogna fare attenzione ad una particolarità: Egli non ama la pubblicità anzi la evita. E poi sapere che Egli ama stare dove l’egoismo cade in agonia o è già morto. Questo perché la sua vita è da sempre donata e sulla terra si è fatta visibile. Chi si dona se lo trova lì accanto, anzi sta vivendo in lui e da lui s’irradia e si fa conoscere anche ad altri.

E può accadere come alle suore di Madre Teresa a Melbourne: “Raccolsero un uomo sulla strada. Era alcolizzato senza nome, senza lavoro, senza niente, un vero reietto della società. Dopo una settimana, quando era ormai ristabilito, quest’uomo andò dalla Sorella e le disse: “Adesso sto bene e ritorno a casa: non berrò mai più. Mi sono reso conto che Dio mi ama”. Tornò a casa sua, da sua moglie e dai suoi figli; e si mise a lavorare. Dopo un mese si presentò con il primo salario e lo diede a suor Monica, dicendo: ” Si serva di questo denaro per mostrare l’amore di Dio ad altri, come ha fatto con me”.

B.       UN augurio DI VERA LIBERTA’

Scrivevo nell’ultimo settimanale:

“Ciò che purtroppo ora preoccupano sono soprattutto le derive individualiste che minano la società e rendono difficile, se non impossibile, la vita della stessa persona che si trova ogni giorno a scontrarsi con la libertà altrui

E allora penso e credo che abbiamo la possibilità di augurarci reciprocamente una sana libertà. Quella che aiuta a muoverci in un ambito nuovo che è quello della fraternità.

Non credo e non penso che in una famiglia ci possano essere persone, fratelli e sorelle, a cui si preclude la libertà di movimento, di scelte e di crescere.

Ebbene questa è la libertà che un mondo nuovo ci pone innanzi e che, da credente, preferisco chiamare libertà dei figli di Dio.

È libertà vera che porta ognuno a mettere a frutto i doni che possiede, doni di grazia ma anche doni espressi per una convivenza più umana.

Come si acquista? Nell’esercizio continuo a far essere l’altro se stesso, in grado di autostima e    capace di relazione. È un augurio che ha la sua base nella condivisione sempre più piena di ciò che si è e di ciò che si ha.

Non è bello pensarci della stessa famiglia dove ognuno si sente responsabile dell’altro e tutti si diventa corresponsabili della sua vita e del suo sviluppo?

C.        IL DONO DEL SINODO.

Il protagonista del Sinodo è lo Spirito Santo.  È necessaria una reale partecipazione di tutto il Popolo di Dio: questa è la carta d’identità: il Battesimo.  Ecco le opportunità.

A) Incamminarci non occasionalmente ma strutturalmente verso una Chiesa sinodale.

“Accettare prima di tutto i nostri limiti … Non pretendere di essere onnipotenti, di poter dominare il mondo e di poterlo sfruttare e spolpare fino all’osso. Riscoprire l’essenzialità, il valore delle cose, del dono, della natura, degli affetti, dell’amicizia, del nostro corpo, delle piccole cose, dell’amore …” (ib.)

B) Diventare Chiesa dell’ascolto e della vicinanza.

“La chiesa è chiamata ad essere comunità di persone che vivono insieme la fede e la testimoniano agli altri nella vita di ogni giorno” (ib.). È questo il tempo di chi decide di non camminare più da solo ma insieme. E insieme ognuno ritrova la sua vera identità.

“Il Dio fatto bambino è venuto per tutti, senza esclusioni. Siamo tutti sulla stessa barca, per dirla con una metafora. Nessuno si salva da solo; l’umanità vive o muore assieme; compresi i più deboli che molti vorrebbero escludere, i migranti, gli anziani” (ib.). E allora ci si può accorgere che non si è soli al mondo e quel che manca a uno, l’altro lo possiede.

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