È proprio vero, allora, che Gesù ci vuole vivi per sempre; vuole darci la gioia di essere con Lui per sempre.

E questo è tutto racchiuso in un piccolo pezzo di Pane che trasforma la vita di chi lo riceve in quella di chi è stato ricevuto e realizza con tutti un Corpo solo che, se dovrà passare quel “tratto” che è la morte, non potrà fermarsi lì perché già collocato, ad ogni eucaristia, nel seno del Padre.

Al termine sarà proprio l’Eucaristia ricevuta a far da “traghetto” verso la vita senza fine. Ma è necessario questo Pane perché a noi, con le nostre forze e la nostra intelligenza, non è possibile arrivarci.

Ecco perché si parla molto di chi può o non può fare la comunione. Ne va della vita eterna!

È vero tuttavia che Dio apre la sua vita a tutti come vuole. E noi non possiamo certo metterci a giudicare al suo posto. Ma di certo qui, con l’Eucaristia, siamo all’autostrada che dà sicurezza sulla meta.

Possiamo pensare: ma allora, se basta far la comunione, è facile andare in paradiso!

Lo è se quel Pane viene assimilato per condurre una vita diversa. È infatti la vita di Gesù che si realizza in noi a procurarci quella eterna.

Non basta far la comunione perché si spera di star meglio o anche per rispetto al defunto che è un familiare stretto o per il figlio che vi si accosta per la prima volta…

È necessaria una vita coerente col Vangelo e, soprattutto, permeata dell’Amore vero di Gesù senza timore alcuno e senza esitazione. Perché questa “vita è già nascosta con Cristo in Dio” (cfr Col 3,3).

Siamo allora chiamati a vivere in prospettiva vita eterna per poter vivere per sempre.

Tre suggerimenti:

1. Tu lo sai, Gesù, che per amarti non ho che adesso (Santa Teresa di Gesù bambino)
2. Nessuno mi passi accanto invano! Perché: ci rivedremo?
3. Far di ogni momento e di ogni incontro un capolavoro d’amore.