24.05.2020 – Ascensione: Imparare dalla pedagogia di Gesù

24.05.2020 – Ascensione: Imparare dalla pedagogia di Gesù

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Editoriali, Liturgia,

La pedagogia pastorale di Gesù, sulla strada di Emmaus, viene ancora oggi disattesa:

  • Prima dovrebbero esserci la relazione,  l’accompagnamento, il rapporto fiduciale, l’incontro, l’ospitalità;
  • Dopo la Parola che – come affermava il card. Martini – interpreta la vita a far ardere il cuore;
  • Solo dopo lo spezzare del pane.

Il rischio, altrimenti, è di celebrare eucaristie senza consapevolezza, senza portarci dentro la fragile e bella umanità che siamo, senza permettere l’incontro dei nostri corpi col Corpo, senza presentare all’altare i travagli della nostra vita settimanale, del mondo e della storia perché vengano trasformati e trasfigurati nel pane eucaristico.
Mons. Libanori, vescovo ausiliare di Roma, in una Lettera, ha messo a fuoco una riflessione che può stimolare argomentazioni interessanti per il dibattito teologico e pastorale del momento; anzitutto: «In un tempo di emergenza come quello presente, la fede e la devozione devono trovare vie nuove… Le chiese sono importanti, ma alla fine sono soltanto degli strumenti che speriamo di poter presto rivedere animate dalle comunità in festa. La Chiesa vera, quella fatta di uomini, ringraziando Dio, può vivere anche senza chiese, come è accaduto per i primi secoli e come ancora accade in molte parti del mondo».
Poi, il vescovo afferma: «Qui è necessario porci onestamente e con molto rispetto una questione di non poca importanza per noi pastori: se cioè la protesta, anche vibrata, contro la chiusura delle chiese sia animata dalla fede o non piuttosto da una religiosità da purificare. Attenzione a non lasciarsi catturare dal falso zelo…
Nella richiesta troppo insistente dell’eucaristia non di rado c’è una fede sincera… ma non matura. Intanto occorre ricordare a tutti che

  • Il Signore è realmente presente con il suo Spirito tra coloro che sono riuniti nel suo Nome;
  • È presente nella Parola e continua realmente a “nutrire” chi la legge e la medita;
  • Il Signore vivo si fa prossimo nel povero e nei bisognosi.
  • Il Signore è nel desiderio stesso dei sacramenti.
  • Ma soprattutto ha la sua dimora in colui che osserva i suoi comandamenti e condivide i suoi sentimenti, senza i quali neppure la comunione frequente può portare frutti di vita eterna».

Qui non si ammettono “tuttologi”, che dicano la loro. Ci si aspetta che su questa visione teologica e su questa ecclesiologia, pur con diverse sensibilità, si converga finalmente tutti.

(1 maggio 2020 – Francesco Cosentino in Settimananews)