26.01.2020 – 3^ del Tempo Ordinario: La fede viene dalla “PAROLA”

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,

Cerchiamo di comprendere meglio.

1. Gesù ci dice: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino” (Mt 4,17).

È vicina la Parola di Dio che lo contiene. Per poterlo scoprire bisogna entrare nella Parola, cogliere il segreto che porta in sé. Non è come le altre parole: è comunicata da Dio per poter dire se stesso.

Nel Vangelo si dice spesso che è lo stesso Gesù ad aprire la mente all’intelligenza della Parola, cioè fa entrare dentro.

2. La Parola ha un suo tragitto.

  • In principio era la Parola, era presso Dio, era Dio: da sempre Dio si è espresso. Basta guardare la creazione! Egli ha gettato, per intenderci, i semi della sua Parola in ogni realtà.
  • La Parola si fa carne, si personifica: viene da di là. È Gesù che rende evidente la presenza di Dio in mezzo al suo popolo. “Io sono colui che sono (presente)” (Es 3,14), disse a Mosè. In Gesù, eccolo!
  • Nasce l’esperienza della Parola in terra. È la vita di fede dietro Gesù. La fede, infatti, nasce dalla Parola, proveniente da fuori e che io accolgo dentro di me e metto in atto. Egli è il Regno dei cieli in mezzo a noi. Per accedervi, cioè per essere in Lui, è necessario convertirsi, volgere lo sguardo da… a Lui, accorgersi di Lui fissare e fissarsi in Lui. Egli è la Parola che si esprime in se stessa e nelle tante Parole che sono in me, in te, in noi.  La Parola è l’anima del Regno, tutto trasuda Parola.  Nel Regno di Dio ci si chiede: qual è, Signore, la tua Parola su di me? La voglio conoscere. E poi dire “grazie” per le Parole che mi arrivano da Lui e che sono il mio modo di pensare.
  • Tutto accade, però, secondo la dinamica del seme che caduto in terra e sotterrato, vive la macerazione per poi dare il suo frutto. È amare disteso nel tempo, dove il dono di sé diventa sistema e stile di vita.

3. Esperienza.

13Ed ecco, in quello stesso giorno (di Pasqua) due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14 e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. 15 Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. 16 Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo” (Lc 24,13-16)

Lo stesso Gesù “cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui” (ib 24,27).

E così poterono entrare nel mistero di morte e risurrezione e incominciare a passare dalla desolazione per la morte di Gesù alla speranza che egli stesso infondeva nel loro cuore. Per cui lo invitarono a restare con loro, e poterono scoprire che quella speranza era dentro il pane spezzato, preso e mangiato; una speranza da condividere nella gioia di tutti.

Il tornare in fretta a Gerusalemme dagli altri amici, è la conclusione del tragitto che compie la Parola:

  • Non più solo se stessa, ma una comunità che vive.