26.11.2023 – 34^ del Tempo Ordinario – Festa di Cristo Re: Lieti nella Speranza

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Don Bosco sapeva irradiare una gioia incredibile, che conquistava… A Torino era rimasto impressionato e commosso dalla miseria dei tanti adolescenti, che erano affluiti in città senza alcuna sicurezza, un luogo in cui mangiare e dormire: cercavano lavoro, senza spesso trovarne o rimanendone sfruttati. Tanti di loro non sapevano né leggere né scrivere: fu per loro che prese in affitto – e in seguito acquistò – un prato con annesso un capannone: vi aprì una scuola serale per le classi elementari. Fu l’inizio di luoghi di accoglienza, Oratori, istituti d’istruzione, scuole agrarie, officine professionali, da cui uscirono operai onesti e capaci. Per i suoi giovani sopportava fatiche e persecuzioni, a partire dalle umiliazioni di quanti per screditarlo volevano farlo passare per matto.
Figlio di una povera famiglia contadina, per giunta orfano di padre fin dall’età di due anni, ebbe una mamma meravigliosa, Margherita, che gli insegnò sin da piccolo a vivere alla presenza di Dio: “Vedi, la nostra vita è talmente breve che abbiamo troppo poco tempo per fare del bene …”.
Nella vita, egli sapeva a Chi guardare; sapeva che “il Signore è vicino”. E questa fiducia fondava anche il suo desiderio: “Io non voglio altro dai giovani se non che si facciano buoni e che siano sempre allegri. Se volete che la vostra vita sia “allegra” e tranquilla, dovete procurare di starvene “in grazia di Dio”.
Don Ivan, vescovo – 31.01.2021