30.05.2021 – Santissima Trinità: Io sono con voi tutti i giorni!

30.05.2021 – Santissima Trinità: Io sono con voi tutti i giorni!

Pubblicato da admin, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,

1. Essi però dubitarono

Gli Undici si ritrovano ad essere immersi nel mistero della Trinità. Essi fanno forse ancora fatica a collegare le esperienze della vita pubblica di Gesù, con la sua presenza, lì davanti a loro, visibile dopo la sua risurrezione. Ed ecco che nascono i dubbi, perché davanti al mistero di Dio uno e trino – come davanti a quello della risurrezione di Gesù – è richiesto a tutti il dono della fede.

2. Gesù si avvicinò e disse loro: Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra.

È Lui che si muove per primo e si avvicina a noi, dandoci fiducia e sostenendoci soprattutto in momenti in cui ci sentiamo in difficoltà. Gesù si rivela come Dio che ha ogni potere (il termine ex-ousia, vuol dire che viene fuori da lui tutto): non quello che domina gli altri, ma quello del servo, quello di chi ama e di chi dà la vita. Sulla croce ha il potere di dare la vita oltre la morte. È il potere di fare il mondo nuovo e di portarlo alla vita, in cielo e in terra, cioè totale. È il potere di vincere la forza di distruzione che c’è nel male. Questo è il grande potere di Dio, per cui esce da lui ogni bene.

3. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli.

Chi conosce il Signore e il suo potere è inviato a tutte le nazioni, cioè a tutto il mondo, a tutti gli uomini; egli conosce il potere del Figlio, che si è fatto fratello e si fa fratello di tutti. Lui resta il Maestro e noi tutti fratelli.

4. Battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

La comprensione di questo mistero nella Chiesa e nella teologia si sviluppa gradualmente e diventerà la base della liturgia del Battesimo: «I cristiani sono battezzati nel nome – e non nei nomi – del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Professione di fede di papa Vigilio).

Ed è un prendere coscienza di ciò che si è, non isolati ma immersi nella vita di Dio che è Padre e noi figli, e Figlio e noi fratelli e sorelle, e Spirito santo e noi da sempre e per sempre amati. Non c’è altro Dio fuori di Lui. Ed è Gesù che ce lo ha fatto conoscere. Lo ha fatto donandoci la sua stessa esperienza come parte interessata e quindi sicuramente autorevole.

Egli non si sgancia mai dal Padre che è presente nel suo pensiero e nella sua vita anche quando non lo sente e sembra abbandonarlo; è a Lui legatissimo e non può mai credere che non lo ami!

Egli stesso, Gesù, si presenta come il Pastore che dà la vita per le sue pecore perché anch’ esse possano vivere la sua, di Figlio, e arrivino a conoscere il Padre che è suo e anche loro.

Poi c’è lo Spirito Santo che è impegnato a far sì che questa vita di figli e di fratelli e sorelle, sia vissuta intorno alla Parola e nell’amore vero per poi essere annunciata e testimoniata a tutti.

È questa vita di famiglia che, se pur piccola, dice chi è Dio.

5. Insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. 

L’essere immersi in Dio vuol dire imparare a vivere la parola che Gesù ha detto. Soprattutto il suo comandamento amatevi che si esprime povertà, umiltà, servizio, disponibilità, misericordia.

6. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo

Gesù dice: Io sono con voi. Questo: essere con è la prerogativa fondamentale di Dio. È l’Emmanuele Dio con noi. Questa comunione di Gesù con noi e di noi con lui è il senso della nostra vita e c’è già qui e ora tutti i giorni: nell’ascolto della parola, nel cammino, nella missione, e soprattutto nell’amore.

Per questo possiamo dire di aver bisogno del fratello e della sorella, … perché senza di loro non è possibile vivere l’amore reciproco. Non sapremmo nemmeno per chi spendere la propria vita dal momento che lo stesso Gesù ritiene fatto a sé ciò che si fa all’altro e all’altra; senza di loro alberga in me la vera solitudine che non può essere né con Dio perché non accresce la relazione con Lui, anzi la destabilizza gettando nell’illusione e nemmeno con me stesso perché non mi fa giungere a maturità pur facendomelo credere.

E allora non mi resta che accogliere fratello e sorella così come sono, nella loro diversità da me senza pregiudizi, giudizi e chiacchiere inutili su di loro e innescare ogni momento la carica del perdono fino a settanta volte sette.

E per l’amore reciproco vissuto nel dono di sé all’altro e all’altra possiamo sperimentare, e non solo credere, a questa presenza costante di Gesù.

1.        Essi però dubitarono

Gli Undici si ritrovano ad essere immersi nel mistero della Trinità. Essi fanno forse ancora fatica a collegarele esperienze della vita pubblica di Gesù, con la sua presenza, lì davanti a loro, visibile dopo la sua risurrezione.  Ed ecco che nascono i dubbi, perché davanti al mistero di Dio uno e trino – come davanti a quello della risurrezione di Gesù – è richiesto a tutti il dono della fede.

2.        Gesù si avvicinò e disse loro: Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra.

È Lui che si muove per primo e si avvicina a noi, dandoci fiducia e sostenendoci soprattutto in momenti in cui ci sentiamo in difficoltà. Gesù si rivela come Dio che ha ogni potere (il termine ex-ousia, vuol dire che viene fuori da lui tutto): non quello che domina gli altri, ma quello del servo, quello di chi ama e di chi dà la vita. Sulla croce ha il potere di dare la vita oltre la morte. È il potere di fare il mondo nuovoe di portarlo alla vita, in cielo e in terra, cioè totale. È il potere di vincere la forza di distruzione che c’è nel male. Questo è il grande potere di Dio, per cui esce da lui ogni bene.

3.        Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli.

Chi conosce il Signore e il suo potere è inviato a tutte le nazioni, cioè a tutto il mondo, a tutti gli uomini; egli conosce il potere del Figlio, che si è fatto fratello e si fa fratello di tutti. Lui resta il Maestro e noi tutti fratelli.

4.    Battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

La comprensione di questo mistero nella Chiesa e nella teologia si sviluppa gradualmente e diventerà la base della liturgia del Battesimo: «I cristiani sono battezzati nel nome – e non nei nomi – del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo»(Professione di fede di papa Vigilio).

Ed è un prendere coscienza di ciò che si è, non isolati ma immersi nella vita di Dio che è Padre e noi figli, e Figlio e noi fratelli e sorelle, e Spirito santo e noi da sempre e per sempre amati. Non c’è altro Dio fuori di Lui. Ed è Gesù che ce lo ha fatto conoscere. Lo ha fatto donandoci la sua stessa esperienzacome parte interessata e quindi sicuramente autorevole.

Egli non si sganciamai dal Padre che è presente nel suo pensiero e nella sua vita anche quando non lo sente e sembra abbandonarlo; è a Lui legatissimo e non può mai credere che non lo ami!

Egli stesso, Gesù, si presenta come il Pastore chedà la vitaper le sue pecore perché anch’ esse possano vivere la sua, di Figlio, e arrivino a conoscere il Padre che è suo e anche loro.

Poi c’è lo Spirito Santo che è impegnato a far sì che questa vita di figli e di fratelli e sorelle, siavissutaintorno alla Parola e nell’amore vero per poi essereannunciatae testimoniataa tutti.

È questavita di famigliache, se pur piccola, dice chi è Dio.

5.    Insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato.

L’essere immersi in Dio vuol dire imparare a vivere la parola che Gesù ha detto. Soprattutto il suo comandamento amatevi che si esprime povertà, umiltà, servizio, disponibilità, misericordia.

6.    Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo

Gesù dice: Io sono con voi. Questo: essere conè la prerogativa fondamentale di Dio. È l’Emmanuele Dio con noi. Questa comunione di Gesù con noi e di noi con lui è il senso della nostra vita e c’è già qui e ora tutti i giorni: nell’ascolto della parola,nel cammino, nella missione, e soprattutto nell’amore.

Per questo possiamo dire di aver bisogno del fratello e della sorella, … perché senza di loro non è possibile vivere l’amore reciproco. Non sapremmo nemmeno per chi spendere la propria vita dal momento che lo stesso Gesù ritiene fatto a sé ciò che si fa all’altro e all’altra; senza di loro alberga in me la vera solitudine che non può essere né con Dio perché non accresce la relazione con Lui, anzi la destabilizza gettando nell’illusione e nemmeno con me stesso perché non mi fa giungere a maturità pur facendomelo credere.

E allora non mi resta che accogliere fratello e sorella così come sono, nella loro diversità da me senza pregiudizi, giudizi e chiacchiere inutili su di loro e innescare ogni momento la carica del perdono fino a settanta volte sette.  

E per l’amore reciproco vissuto nel dono di sé all’altro e all’altra possiamo sperimentare, e non solo credere, a questa presenza costante di Gesù.

 

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