Credo e prego

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Articoli,

Da piccolo ho imparato le preghiere dalla mia nonna materna con cui stavo durante il giorno mentre i miei genitori lavoravano. Dopo avere fatto colazione ci rivolgevamo al crocifisso appeso in cucina e recitavamo le preghiere. Ovviamente non capivo chi fosse Gesù ma mia nonna mi diceva che era buono. Sono quindi cresciuto sentendo parlare di Gesù.

In seconda superiore un mio compagno di scuola è tornato dalle vacanze cambiato, era più simpatico, più contento, più vero ed era bello stare con lui. Gli ho chiesto cosa aveva fatto durante l’estate e mi ha detto che era stato in vacanza con un gruppo di amici che facevano parte di un Movimento ecclesiale. Avevo dei pregiudizi verso questo Movimento però mi sono detto: “Voglio anch’io essere come lui” e l’estate successiva ho voluto andare in vacanza con loro. Così ho incontrato Gesù Cristo in un gruppo di amici che mettevano Gesù Cristo al centro del loro rapporto di amicizia. Sono rimasto con loro fino ad oggi e giorno dopo giorno sono diventato più certo di Gesù e la mia fede è cresciuta fino a riconoscere che Gesù Cristo è la consistenza ultima della realtà e a desiderare che tutti lo possano conoscere.

La mattina appena mi sveglio, il primo pensiero va a Gesù e prego per mia moglie e i miei figli. Le volte che mi alzo presto per andare a correre al parco prima del lavoro, recito il rosario secondo le intenzioni del Papa o per le varie persone che sono particolarmente in difficoltà. La mia fede in Gesù mi fa chiedere che io e le persone per cui prego possiamo riconoscere i segni della sua presenza e fare la sua volontà. Quando le giornate iniziano così, faccio le cose di sempre ma in modo diverso e sono più lieto anche nelle difficoltà. Quando cado nei miei sbagli, so che a Gesù posso sempre chiedergli perdono nella confessione e continuare a riceverlo nella Comunione.

Rispetto ai miei figli il desiderio mio e di mia moglie è che incontrino Gesù e cerco di fare tutto quello che posso perché siano attenti, disponibili e liberi di riconoscerlo ed amarlo.

(Gaetano, Italia)