Due domande per Papa Francesco

Due domande per Papa Francesco

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Articoli,

Emergenza migranti. Punta di un iceberg. “Andare alle cause”

Per il Papa si tratta della “punta di un iceberg”: “Vediamo questi profughi, questa povera gente che fugge dalla guerra, dalla fame … ma alla base c’è una causa: un sistema socio-economico cattivo, ingiusto”. Ingiusto perché ” ha decentrato la persona, mettendo invece al centro il dio denaro, è l’idolo di moda”. La persona deve essere invece una priorità per ogni sistema sociale, economico e politico, rimarca Il Santo Padre.

Che esorta quindi ad andare alle radici dei problemi che spingono intere popolazioni  all’esodo disperato. Quelle di Africa e Medio Oriente, come pure dei Rohingya. “Bisogna andare alle cause – afferma -. Laddove la causa è  la fame, creare fonti di lavoro, investire. Laddove la causa è la guerra, cercare la pace e lavorare per la pace” . Soprattutto la pace, evidenzia Bergoglio, perché “oggi il mondo è in guerra contro se stesso”: una guerra combattuta ” a pezzi”  che sta progressivamente distruggendo la nostra ” casa comune “.

Accogliere tutti. Anche io sono figlio di migranti.

Bisogna allora recuperare una dimensione di comunità, cominciando dall’accoglienza delle persone “così come sono; io stesso – ricorda Francesco – “sono figlio di emigrati in Argentina”, nazione che ha saputo aprire le porte a tutta la gente proveniente da paesi europei e non solo.

A proposito di accoglienza, sollecitato dalla giornalista, il Papa rilancia l’invito già espresso nell’ Angelus del 6 settembre scorso a parrocchie, conventi e monasteri ad ospitare una famiglia di immigrati. Una richiesta che aveva creato un leggero subbuglio in alcune comunità religiose. Per cui Papa Francesco si sente di chiarire: “Quando dico che una parrocchia deve accogliere una famiglia, non intendo che per forza debbano andare a vivere in canonica, ma che la comunità parrocchiale cerchi un posto, un angoletto per fare un piccolo appartamento o, nel peggiore dei casi, si organizzi per affittare un appartamento modesto per quella famiglia, ma che abbiano un tetto, che vengano accolti e vengano inseriti nella comunità”.

Dall’ intervista alla emittente portoghese