L’ITALIA NON PUO’ FARE A MENO DEI GIOVANI – Dal nuovo Rapporto Giovani dell’Istituto Toniolo

L’ITALIA NON PUO’ FARE A MENO DEI GIOVANI – Dal nuovo Rapporto Giovani dell’Istituto Toniolo

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QUAL È LA CONDIZIONE GIOVANILE IN ITALIA OGGI?
L’Italia è uno tra i paesi europei con maggiori squilibri generazionali: in termini demografici, rispetto al peso del debito pubblico e nella distribuzione delle voci della spesa sociale. Le difficoltà dei giovani nella transizione scuola-lavoro rallentano quella alla vita adulta. La fragilità dei singoli, i grandi mutamenti in atto, i limiti delle politiche pubbliche aumentano il rischio di polarizzazione tra coloro che sono capaci di cogliere nuove opportunità e altri che scivolano verso i margini. La riduzione quantitativa dei giovani fa però crescere l’attenzione nei loro confronti e con essa la consapevolezza della necessità di investire sul successo formativo e sulla solidità dell’ingresso nella vita adulta.
Ma servono anche spazi per esperienze che incoraggino a sperimentarsi positivamente come soggetti in grado di generare senso e valore nel loro essere e fare nel mondo.
L’ATTEGGIAMENTO VERSO L’ “INTELLIGENZA ARTIFI-CIALE”: PIÙ RISCHI O PIÙ OPPORTUNITÀ?
Tra le evidenze fornite dall’indagine, emerge un maggior utilizzo e riconoscimento delle potenzialità – soprattutto sul versante delle opportunità di apprendimento con nuove modalità – per chi è più giovane, ma non per i giovani italiani. Gli italiani si distinguono per una minor conoscenza, un minor utilizzo, ma anche un più basso livello di percezione del rischio. Si tratta di un dato che fa riflettere «perché – come affermano gli autori – a differenza degli altri paesi, sembra emergere un approccio fiduciario verso le tecnologie non sostenuto da una sperimentazione diretta dei limiti e delle potenzialità». Il 53% ha usato strumenti di AI, in particolare Chatgpt, ma in misura minore rispetto ai coetanei degli altri paesi e, allo stesso tempo, risultano anche meno consapevoli dei rischi. Questo suggerisce la necessità di migliorare le occasioni di accompagnamento ad esperienze di utilizzo consapevole .
CHE SIGNIFICATO VIENE ATTRIBUITO DALLE NUOVE GENERAZIONI ALLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE?
L’attenzione c’è, ma vi sono comportamenti che non è scontato riuscire a mettere sempre coerentemente in atto in modo virtuoso, nonostante la crescente sensibilità sul tema e l’urgenza che pone. In particolare, è interessante osservare che «nei contesti a bassa urbanizzazione gli adolescenti riferiscono di parlare molto con le altre persone della sostenibilità»: l’appartenere a tali contesti sociali sembra permettere «una maggiore responsabilizzazione» connessa a un maggior «senso di attaccamento ai territori». La salvaguardia dell’ambiente è considerata una priorità che non può essere sacrificata per la crescita economica. Il 45% dichiara però di trovarsi in difficoltà a cambiare pratiche quotidiane e consumi per ridurre l’impatto sull’ambiente. Comportamenti più coerenti con la sostenibilità hanno bisogno di specifiche competenze di cittadinanza attiva che possono essere sviluppate tramite esperienze di volontariato e impegno civile.
L’eco-ansia pesa anche sulla scelta di avere figli, ad affermarlo è il 60% degli intervistati non ancora diventati genitori. Anche qui però, come più in generale, l’incertezza diminuisce nei contesti in cui le scelte dei giovani sono maggiormente sostenute e si sentono parte attiva di un mondo che cambia e può migliorare rafforzando la loro consapevolezza e la loro azione (nella vita personale e sociale).
QUINDI L’ITALIA È UN PAESE PER GIOVANI?
Afferma Alessandro Rosina, professore ordinario di Demografia e Statistica Sociale Univ Cattolica del Sacro Cuore e coordinatore dell’Osservatorio Giovani: «Da un lato le attenzioni e le parole spese per i giovani fanno capire alle nuove generazioni che c’è un’attenzione nei loro confronti, dall’altro li fanno sentire “fuori posto” e questo conferma che rimane debole e inadeguata la capacità del sistema paese di renderle parte attiva e qualificata (non solo come spinta ma anche come indirizzo) nei processi di cambiamento sociale e di sviluppo economico».