03.03.2019 – 8^ del Tempo Ordinario: MODO DI ESSERE, DI VEDERE E DI PARLARE

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,

Premessa

Gesù è l’unico che guarda sapendo cosa c’è nel cuore e apre la sua bocca pronunciando parole di vita eterna. È da qui che possiamo cogliere ciò che dice il vangelo.

 “Un discepolo, che sia bene preparato, sarà come il suo maestro” (Lc 6,40).

Gesù non teme il pareggio che dice: io sono come te e tu sei come me. Egli ama far crescere il suo discepolo fino a coinvolgerlo nella sua vita e considerarlo affidabile. Tanto da dire: come il Padre ha mandato me così anch’io mando voi!

A. Uno sguardo decontaminato.

1. “Non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?”.

Esamina te stesso e ti accorgerai che, nella tua mente, c’è un pensiero: sentirti diverso dall’altro e, forse, almeno un po’ meglio di lui. È la trave che impedisce una visione reale.

2. “Togli prima questa trave”.

Esci dal buio che non ti fa di vedere l’altro com’è. Per questo considera di meno te e di più l’altro! Chiedi a Dio la grazia di accorgerti del tuo limite e di sentirti un peccatore bisognoso di misericordia di cui fai esperienza concreta.

E ricorda che la tua salvezza passa per l’altro perché Gesù ha iniziato il processo di redenzione dall’amare l’altro più di sé fino a dare tutto per lui.

Con questo amore “ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello”. Carico di misericordia che ha purificato il tuo cuore, hai la possibilità di correggere, con delicatezza, il difetto che impedisce al fratello di vivere insieme agli altri.

Ma è più probabile che quella pagliuzza non la veda nemmeno più perché ti sei reso conto che quel fratello era parte di te e cambiato te, è cambiato anche lui!

Un tale modo di vedere e comportarsi vale per ogni comunità che vive o torna a vivere ad ogni istante. È un metodo che trasforma la vita da uno stare insieme al vivere fraternamente.

B. Una bocca sana.                        

a. “Dal buono o cattivo tesoro del cuore …”. La partita del bene o del male accade nel cuore. È quella la sede delle decisioni.

b. “Ogni albero si riconosce dal suo frutto … l’uomo buono trae fuori il bene, l’umo cattivo il male”. Gesù parla dell’esistenza del bene e del male che esce dall’uomo e quindi toglie dall’illusione che “tutto va bene” o anche “tutto si può fare”. Diremmo che non è tutto oro quello che luccica: ci sono comportamenti o situazioni che se appaiono a prima vista raccomandabili e molto valide, poi, a un’indagine più approfondita, risultano molto meno convenienti, piacevoli o lodevoli.

C. Un esame della parola dell’uomo.

  • “Quando un uomo discute, ne appaiono i difetti”. È una questione seria dal momento che, quando si parla con calore, insieme a ciò che si vuol dire – e magari è cosa buona – si evidenzia anche il difetto di voler affermare non un pensiero ma una verità… che impedisce, ad esempio, di ascoltare l’altro.
  • “Il modo di ragionare è il banco di prova per l’uomo”. Si scopre la maturità come l’immaturità. È il pensiero che rivela non se uno ha studiato o meno, ma se la sua vita è vissuta concretamente, se è in grado di relazionarsi limitando al minimo l’uso dell’io.
  • “La parola rivela i pensieri del cuore”. L’uso della parola è determinante per l’uomo anche quando per natura o per altre situazioni, fosse muto. Sempre prova a farsi capire…per farsi conoscere.  Quando si potrà contare su persone che rendono fruibile il gran tesoro che hanno dentro?
  • “Non lodare nessuno prima che abbia parlato, poiché questa è la prova degli uomini”. È un suggerimento saggio che permette di non dire di qualcuno ciò che non corrisponde a verità. È l’avvertimento che viene fatto anche a chi presiede un funerale: non fare elogi che sono del tutto fuori posto. Mentre è importante dire ciò che di qualcuno si conosce per esperienza e che può edificare una comunità.