03.05.2015 – 5^ Domenica di Pasqua: Rimanere per fare frutto!

03.05.2015 – 5^ Domenica di Pasqua: Rimanere per fare frutto!

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,

Gesù introduce l’immagine della vite e i tralci. La parola “vite” ha una lunga storia nella Bibbia. Essa parte dalla vite piantata da Noé  (Gen 9) e si ritrova soprattutto nei salmi: “vite” o “vigna” significa il popolo nella sua relazione con Dio. La novità di Gesù consiste nel fatto che Egli chiama “vite” non il popolo, ma se stesso (“io sono la vite”). Per sottolineare che è lui la realtà messianica degli ultimi tempi, che svela il senso del cammino del popolo di Dio e della Rivelazione. La vera vite è il popolo messianico riassunto in Gesù.

Gesù esorta: “Rimanete in me e io in voi”. Come il tralcio è unito alla vite. E assicura: così “porterete frutto”. Altrimenti non “combinerete” nulla.

  • “Noi rimaniamo in Lui”.

È Il tema centrale che indica la comunicazione del legame inscindi-bile tra i discepoli e Gesù; da Gesù si riceve la vita. Come se Gesù dicesse: tra Me e voi c’è continuità di vita.

È un “rimanere” fondato sulla Parola che si fa Eucaristia (“chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna…rimane in me e io in lui” – Gv 6,54.56).

  • “Lui rimane in noi”.

E allora se nulla possiamo senza di Lui, è altrettanto vero che anche Lui ha bisogno di noi per avere dei frutti. È mistero profondo ma anche logico se vediamo la vita come relazione.

Se proviamo infatti a guardare Dio, ci rendiamo conto che il Padre ha bisogno del Figlio e ambedue dello Spirito e che una tale relazione è lo stampo creativo: anche noi siamo utili a Dio che ci ha creati e il Padre è felice – anzi è sua volontà! – che portiamo molto frutto e diventiamo discepoli di Gesù.

  • “Il tralcio che porta frutto, il Padre lo pota perché porti più frutto”.

Ed è potato da ciò che ne impedisce il frutto abbondante: da se stessi perché non siamo noi la vite; dalle cose perché risalti la bellezza del frutto mentre il resto può servire ma fa solo da sfondo o da cornice; dalle persone perché si capisca che tutto va a gloria di Dio, e ognuno è libero di seguire Gesù, la vera Vite.

Conclusione.

Io sono la vite e voi i tralci… e così tutto diventa possibile. E pieno di sorprese perché Gesù fa nuove tutte le cose; nulla in Lui si invecchia ma riprende vita, si rinnova, si trasforma e rinasce. E porta sempre la buona notizia: non temete, Io ho vinto il mondo.