11.02.2018 – 6^ del Tempo Ordinario: LA VERA PURIFICAZIONE

11.02.2018 – 6^ del Tempo Ordinario: LA VERA PURIFICAZIONE

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,

“Venne da lui un lebbroso”.

Il personaggio è anonimo. Nei vangeli significa che è un personaggio rappresentativo, cioè un individuo nel quale chiunque vive una situazione simile ci si può identificare. In tutto l’Antico Testamento si narrano soltanto due guarigioni, una di Maria, la sorella di Mosè, ad opera di Dio stesso, e l’altra di Eliseo verso la mano di un pagano. La lebbra è considerata un castigo di Dio per determinati peccati, e non si guariva, per cui il lebbroso non destava compassione, doveva vivere lontano dai villaggi, emarginati. Era in pratica un cadavere vivente e soprattutto non può né avvicinare, né essere avvicinato.

La presenza di Gesù inverte la situazione. Sta per terminare questa segregazione.

Essa tuttavia ha inizio da un atto di volontà che l’uomo esprime così: desidero uscire da questo isolamento, e tu puoi rompere il cerchio che mi avvolge come gabbia! Ti chiedo almeno di essere purificato per avere il contatto con Dio.

È l’atto di volontà atteso da Gesù che, in maniera quasi nervosa, accondiscende: io voglio liberarti e farti rientrare di nuovo in mezzo agli altri e così possa ritrovare la gioia di essere a casa, in famiglia.

Dunque per Gesù accade subito l’incontro con Dio diretto che lo purifica, e poi il ritorno a vivere con tutti.

È l’inizio dei segni sacramentali dove Dio agisce in maniera diretta. Tutti sono strumenti, solo Lui è il Salvatore!

Ecco i gesti di Gesù:

  1. Avere compassione, sentire in sé la stessa sofferenza.
  2. Tendere la mano, avvicinare a sé.
  3. Toccare, avvicinarsi a lui.

Non si tratta quindi di parole consolatorie che volano da Gesù all’uomo, ma gesti veri, concreti e compromettenti che esprimono la comunione di vita. È quell’uomo in carne ed ossa al centro dell’attenzione di Gesù, non ciò che possono dire o pensare gli altri.

In conclusione.

  1. È importante accorgersi di questa solitudine creata in noi dall’ individualismo del fai da te, dal soggettivismo che intende creare in ognuno la propria verità, il relativismo che tende a diminuire la portata di colpe anche gravi.
  2. Poi avere il coraggio di avvicinarsi a Gesù, volerlo decisamente. Egli è in grado di risolvere situazioni del genere con la sua grazia che interviene per aiutare quella decisione di volontà che può ancora mettere in conto altre ricadute. Come vivo il sacramento della purificazione che è la confessione?
  3. Infine scoprire e riscoprire sempre la presenza di persone che fanno esperienza di vita insieme, fraterna. Con alti e bassi ma sicura.

Gesù è venuto per raccogliere in unità le persone. È questa la sua esperienza con il Padre e lo Spirito e ce ne fa partecipi. Suscita in noi la nostalgia di una vita che è da sempre nostra e che solo vivendola noi troviamo pace e gioia!