11.03.2025 – 1^ di Quaresima: FERMARSI PER NON ANDARE A SBATTERE (Lc 4,1-13)
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,“Gesù era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo”.
Viene descritta un’esperienza concreta voluta da Dio e assistita dallo Spirito che accompagna passo dopo passo Gesù.
Egli non ci vuole come degli schiavetti che si sottomettono a Lui come ad un padrone, ma gente libera e capace di sceglierlo.
Ecco perché le prove sono necessarie per maturare le scelte.
1. SOLO CIÒ CHE PIACE O ANCHE CIÒ CHE È UTILE E NECESSARIO?
Il ciò che piace incita alla golosità e a scartare o rimandare o fare per ultimo ciò che costa di più.
E può diventare un metro educativo basato solo sui propri gusti.
Il solo pane materiale non sazia.
Gesù si esprimerà con le parole-proposta: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame …, mai!” (Gv 6,35).
Già Geremia aveva sperimentato: “Quando le tue parole mi vennero incontro, le divorai con avidità; la tua parola fu la gioia e la letizia del mio cuore” (15,16)
2. AVERE PER SÉ, RICEVERE, STAR BENE O MEGLIO AVERE IL NECESSARIO, DONARE E FAR SI CHE TUTTI STIANO BENE?
Il “necessario” per vivere, fa vivere tutti.
Del resto anche nel Padre nostro Gesù ci fa chiedere il pane di “oggi” e ne rafforza la richiesta con quotidiano”. Ed è evidente che se io oggi mangio e altri no, vuol dire che c’è chi si è accaparrata la sua parte.
La ricchezza condivisa … non accumulata.
Per capirne la portata, basti l’esempio della prima comunità di Gerusalemme: “Nessuno tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano il ricavato di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno (At 4,34.35).
3. IMPORRE A DIO I PROPRI PROGRAMMI O PROPORRE A DIO UNA COLLABORAZIONE AL SUO PROGETTO?
Il primo caso esprime l’arroganza di chi vuol costringere l’altro a fare ciò che egli vuole; la pretesa come prova l’amore, forzare Dio a compiere ciò che pare bene a noi.
Lasciare Dio libero di agire.
… sapendo che, come Egli dice: “i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri” (Is 55,8.9).
È l’invito ad abbandonarsi a Dio: “Voi, non state a domandarvi che cosa mangerete e berrete, e non state in ansia: … il Padre vostro sa che ne avete bisogno” (Lc 12,29.30).
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