15.04.2018 – 3^ di Pasqua: IL VERO MIRACOLO È L’AMORE!

15.04.2018 – 3^ di Pasqua: IL VERO MIRACOLO È L’AMORE!

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,

Abbiamo ascoltato:
“Convertitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati” (At 3,19).
“È lui – Gesù – la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo” (1Gv 2,2).
“Nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati” (Lc 24,47).
La Risurrezione è in atto. E la sua azione è quella di risolvere il caso peccato.
Esso è via sbagliata, obiettivo mancato. Si tratta di un disordine che si crea all’interno e intorno all’uomo. L’uomo non è più se stesso nei confronti di Dio e nei confronti dell’altro.
Dio è ritenuto uno che esige, comanda, uno che è lontano e soprattutto al di sopra. È la visione di un padrone che va tenuto buono perché altrimenti ti punisce. È uno ostile all’uomo! Per cui si preferisce scegliere ciò che giova di più ed è più gradevole.
Anche l’uomo è reputato altro da sé, di cui si può parlare anche senza conoscere, con la tensione al giudizio fino a considerarlo uno che può farci del male e di cui quindi non ci si può fidare. Da qui a scartarlo come nemico, il passo è breve.
Il peccato interrompe la relazione con Dio e con l’altro. È il pensare a sé fino a ritagliarsi persino la possibilità di una salvezza propria, senza Salvatore. È l’osservanza di una religione fai da te che agevola al massimo il proprio io sia a livello umano che spirituale.
Ma perché il peccato venga eliminato ci vuole la conversione, cioè un guardare verso Dio partendo dal Crocifisso, dalla vittima di espiazione, Colui che si pone frammezzo riallacciando il rapporto con Dio come Padre e con l’altro come fratello e sorella.
La conversione è dunque abbandono di un modo di pensare Dio e l’uomo. È ritrovare la via giusta che è via d’Amore inteso non come sentimento o emozione ma come un porre atti e gesti concreti che dicono rapporto con un Padre che vive per noi, notte e giorno, in ogni situazione, che dice e fa tutto – e chiede anche – per il bene del figlio. Non solo. Ma atti e gesti concreti anche nei confronti dell’altro ormai fratello e sorella per sempre, nonostante tutto e nelle condizioni più varie.
La conversione dice che si è trovato Padre che ha nel cuore sempre e solo i figli.
Allora anche la confessione diviene riconciliazione globale dove la grazia di Dio irrompe, sana, rinnova e rende possibile la vita nuova con tutte le conseguenze.
Il Risorto diviene così una presenza nuova di Dio fra gli uomini, meta, via e speranza. Ogni fatica che comporta la conversione è compensata da germi di vita che sbocciano ora qua ora là. E resteranno come frutti belli nel giardino di Dio. Sono i fiori, che siamo noi, fioriti dall’amore che ci ha spinti ogni giorno a custodirci e a coltivarci a vicenda.
Uno di questi è anche Antonietta Gargiulo, sopravvissuta alla strage di Cisterna (il marito la colpisce gravemente, uccide le due figlie si toglie la vita) dice:
“La mia vita oggi qui è un miracolo e ringrazio Dio ogni istante.
Il vero miracolo, ancora, è l’amore che ha circondato me e soprattutto le mie bambine.
Il vero miracolo è che l’odio, il male e il rancore non hanno vinto nei nostri cuori, ma regna un senso di pace, pietà e misericordia. Regna l’amore che si sta estendendo a cerchi concentrici come da una goccia e sta arrivando lontano. La parola di Dio ha vinto sulla morte ed io lo posso testimoniare”.