17 Marzo 2020 – Al volo … La gioia della relazione

17 Marzo 2020 – Al volo … La gioia della relazione

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Al Volo,

La gioia della relazione

Da una lettera del confratello Don Giacomo Pavanello, parroco della Chieda di San Giuseppe Cottolengo a Roma!

Carissimi,

amici, fratelli e sorelle in Cristo, è difficile essere parroci in tempo di Coronavirus, ma è anche molto stimolante.

Vi confido che in questi giorni, in mezzo a tante domande, qualche lacrima di smarrimento, tanto silenzio, mi sono venuti agli occhi del cuore i vostri volti, più e più volte, ed è stata vera consolazione.

Mi mettevo in cappellina a pregare e   invece di venirmi in mente pensieri o idee, mi si affollavano i vostri nomi, le vostre   vicende, le vostre speranze, paure, desideri, … era come se Dio non mi aiutasse dandomi idee o concetti, ma lo facesse regalandomi il gusto delle relazioni costruite in questi mesi .

Dio è sapiente: conosce molto bene una profonda verità, visto che ci ha creati Lui. Noi non siamo consolati da brillanti idee o concetti. Le nostre paure e le nostre solitudini non vengono annullate da un ragionamento efficace. Ciò che realmente dona pace e   serenità è la gioia di una relazione. È quando accanto a noi ci sono le persone importanti che allora sperimentiamo sentimenti di     benessere spirituale ed esistenziale.

Il vuoto che percepiamo è il modo attraverso cui capiamo quanto le nostre vite siano piene. E un virus potrà pure avere il potere di far ammalare alcuni di noi, ma NON AVRÀ IL POTERE DI ROVINARE O RAFFREDDARE LE NOSTRE AMICIZIE!!! Anzi!!! Questo virus, come ogni occasione difficile della vita, se siamo capaci di viverlo come un’opportunità e non solo come una disgrazia, ci aiuterà a rinsaldare, a non sprecare più fiato, tempo, energie. Ci aiuterà a capire chi sono i veri amici; ci purificherà da convenienze e utilitarismi, ci farà uscire più forti di    come ne siamo entrati!!!

1^ parte/a domani la 2^
Pensiero del giorno
Dal Vangelo secondo Luca 18, 21-35

Perdonagli…fino a 70 volte 7.
Non si tratta quindi di un semplice atteggiamento esterno ma di un “essere perdono”. Come in Dio che è misericordia e ne prende il nome.
La differenza è che in Lui la misericordia è sempre stabile, fedele, per tutti e per ogni peccato, in noi cresce ed emerge per esperienza: più ne riceviamo da Dio e più ne saremo permeati…e manifestiamo la nostra identità; essendo ad immagine sua, abbiamo il perdono nel nostro DNA, che diventa, così, un vero stile di vita.
E la prova che il perdono vive in noi, lo si può riscontrare quando di fronte all’offesa si prova dolore ma non la rivalsa.
Il perdono è un esercizio continuo, ma la partita si gioca nel cuore.

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Settimanale Parrocchia San Valentino in Villantria