18.07.2021 – 16^ Tempo Ordinario: Il discernimento pastorale con Gesù

18.07.2021 – 16^ Tempo Ordinario: Il discernimento pastorale con Gesù

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Gesù sa quanto sia faticoso e imprevedibile il servizio alla comunità e Marco lo fa capire con una frase: “Erano molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare”.  E questo poteva costituire un pericolo reale, di vedere trasformati l’impegno e la generosità, in attività frenetiche, valutate benissimo secondo i criteri della produzione. Ed era anche piuttosto facile perdere il contatto con Gesù e la sua Parola.

È comunque significativo il fatto di riunirsi attorno a Gesù Per valutare, insieme con lui, ciò che si è fatto e insegnato … come punto di riferimento necessario di tutta l’attività apostolica. Il confronto con il Maestro, prima di mettere in atto progetti, fa comprendere meglio il compito da svolgere, come svolgerlo e anche per ricevere il mandato.

Nell’elaborare i programmi ci vuole il richiamo costante al vangelo, Attraverso un discernimento comunitario, preparato dalla preghiera e riflessione sulla Parola di Dio. E ciò evita che dietro il paravento delle opere caritative e benefiche, possano celarsi, a volte, obiettivi meno nobili, ambizioni, interessi personali, volontà di competere, di imporsi, di fare proseliti.

È fondamentale dunque dare il tempo e lo spazio al vedere insieme come procedere e capire ciò che lo Spirito dice alla chiesa. E anche durante la realizzazione dei programmi apostolici è bene lasciarsi interpellare da Gesù; fare costante riferimento alla sua parola e ritirarsi in disparte, per valutare con lui, ciò che è stato realizzato. Solo chi procede in questo modo può alimentare la convinzione di non trovarsi “nel rischio di correre o di aver corso invano” (Gal 2,2).

Il riposo di Gesù e degli apostoli dura solo una traversata del lago.

All’ arrivo c’è una folla accorsa da ogni parte che suscita in Gesù una forte reazione emotiva. Per descriverla, l’evangelista ricorre a un verbo greco che esprime un sentimento di compassione così profondo e così intenso da poter essere provato solo da Dio. Nella Bibbia indica il gesto tenero e affettuoso del Signore che si china sull’uomo per fasciarne le ferite. Quando le miserie, i mali, il dolore sono causati dal peccato, la reazione spontanea e naturale è quella di attendersi o, se si tratta degli altri, addirittura di invocare la punizione divina, ritenuta espressione di perfetta giustizia.  Nell’emozione di Gesù, la comunità cristiana coglie l’unico sentimento che anche lei deve lasciar trasparire: sempre e solo misericordia.

Per riassumere:

“Si riunirono attorno a Gesù (Mc 6,30-34) . È fin troppo commovente questo atteggiamento dei discepoli che, come bambini, riconoscono in Gesù colui che li guida e sono lì pronti a dirgli tutto sia per dargli gioia e sia per essere, se necessario, anche corretti. Ed è questa la semplicità di un rapporto che investe tutta la vita e diviene garanzia che, comunque sia andata e comunque vada, tutto concorre al bene. Gesù stesso un giorno, di fronte ai risultati straordinari della missione dirà: “Non rallegratevi perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli” (Lc 10,20).

È questo che conta e che mette le ali per l’annuncio, fatto vita, della più bella notizia che si possa dare: quella di Gesù che, per l’amore reciproco, vive ed è presente tra noi. Ed è questa vita con Gesù che poi si apre a tutti.

E allora, al di là del risultato e dei frutti, quel che conta è poter stare con Gesù in noi e tra noi, e parlare di tutto con Lui e poi … vivere della sua pace che è migliore di ogni paga; in quanto è nostra e profonda. E nessun denaro, per quanto la cifra possa essere enorme, potrà mai dare.

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