19.03.2023 – 4^ Quaresima: Credo, Signore! (Gv 9,38)

19.03.2023 – 4^ Quaresima: Credo, Signore! (Gv 9,38)

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I nostri bisogni, fisici e spirituali, sono tanti: mentre domenica scorsa il simbolo di questi bisogni era l’acqua (il vangelo ci ha raccontato l’incontro di Gesù con la samaritana al pozzo di Sicar), oggi il simbolo che ne diventa l’espressione è la luce. Così la guarigione di un uomo cieco dalla nascita, descritta nel vangelo odierno, si fa immagine del nostro cammino interiore di fede.
Credere da cristiani è cercare e accettare la luce di Gesù nella nostra vita quotidiana: una scelta mai scontata e che non può mai farci sentire definitivamente a posto. Perciò chiede di tradursi in un comportamento da figli di questa luce ricevuta in dono fin dal Battesimo. Infatti il vangelo di questa domenica ci parla di un nuovo modo di “vedere”: il cieco nato che riacquista la vista diventa capace di vedere Gesù con occhi diversi: vede in Lui la rivelazione di Dio. “Credo, Signore!”: il rapporto con Dio apre a lui la possibilità di condividere il suo sguardo che arriva diritto al cuore e scopre la volontà di bene che pulsa nel profondo di ognuno di noi. La fede cristiana infatti è essenzialmente un “vedere”. E non si tratta di avere visioni singolari o strane: si tratta soltanto di aprire gli occhi sulla realtà, di guardare come guarda Dio.
Gesù chiede al cieco ormai guarito, se crede nel Figlio dell’uomo, ed egli risponde: “Credo, Signore!”. È questo il momento in cui il cieco è pienamente illuminato: vede il Signore che parla con lui e aderisce a Lui. Colui che gli ha donato la vista è il Signore della vita: quell’uomo, chiamato Gesù, che gli ha aperto gli occhi, è il Signore, che gli ha aperto il cuore per accoglierlo.
Il cieco guarito ci insegna che si crede perché si incontra uno degno di fede, uno che ci ispira fiducia. La fede cristiana allora non è primariamente un “credere a qualcosa”, ma un “credere in Qualcuno”. Credere, per noi cristiani, è credere in Gesù Cristo.
Se uno vuole scoprire se fuori c’è il sole o no, non basta guardare le previsioni del tempo, ma occorre aprire le finestre e guardare fuori. Nel caso della fede, le finestre da aprire sono le pagine del vangelo: il vangelo vissuto oggi e reso credibile da tanti testimoni.