24.12.2017 – 4^ Avvento: VEGLIATE: VIENE ALLA LUCE GESÙ (Lc 1,26-38)

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,

Gabriele in ebraico Gabri-el significa “la forza di Dio”, la forza della creazione capace di vincere ogni resistenza.  È mandato da Dio:

  1. In una regione talmente disprezzata che deve il nome al profeta Isaia che nel suo libro indica questo posto come “il distretto dei Gentili”, cioè dei pagani, dei miscredenti (28, 23). “Distretto” in ebraico si dice Ghelil, da cui Galilea.
  2. In una città della Galilea chiamata Nazareth, mai nominata nell’Antico Testamento, mai nominata nella Bibbia. Un borgo selvatico abitato da gente che viveva nelle grotte, gente bellicosa.
  3. A una donna, vergine, sposata. Dio mai aveva rivolto la parola a una donna!
  4. Di nome Maria…che nella Bibbia portava sfortuna. E’ infatti il nome della sorella di Mosè, donna ambiziosa, castigata, punita severamente da Dio con la lebbra. E da allora il nome Maria non compare più nella Bibbia.

Le parole di Gabriele

* “Rallegrati”: gioisci,

* “Piena di grazia”: “riempita dalla grazia”. Dio non è attratto dai meriti di Maria, ma la riempie del suo amore.

* “Il Signore è con te”: Dio conferma la sua presenza a chi chiama a compiere le sue azioni.

1° Intermezzo: il turbamento

“Non temere, Maria, è la normale rassicurazione di Dio a chi lo sta incontrando.

“Hai trovato grazia presso Dio”: Quindi è Dio che la riempie del suo amore.

“Concepirai un figlio”: qui cominciano le novità che poi matureranno lungo la vita di Gesù e il suo insegnamento.

* “Lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù”: questo è inaudito, la donna non può dare il nome al bambino che nasce. E poi il nome del bambino che nasce deve essere lo stesso del padre, qui invece è la donna che è chiamata a rompere con la tradizione, a rompere col passato, ad aprirsi al nuovo.

“Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono”:  non erediterà il trono, ma è un’azione nuova.  E senza termine!

2° intermezzo: le modalità.

“Lo Spirito Santo scenderà su di te”:  in Maria c’è una nuova creazione, una nuova generazione. Nasce qualcosa di completamente nuovo.

“La potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra.”: modo di dire per far comprendere che colui che nascerà sarà il messia, l’inviato da Dio, il liberatore del popolo.

* “Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio”: Le parole che Dio aveva detto a Sara, anche lei anziana, con Abramo che non credeva nella possibilità di poter mettere al mondo un bambino, l’angelo le conferma a Maria, nulla è impossibile a Dio.

L’azione di Dio con la sua forza creatrice non ha limiti, ma ha bisogno dell’ascolto da parte dell’uomo, di fidarsi di questa parola e poi la sua collaborazione.

Finale di Maria

  1. 1.  “Ecco la serva del Signore”, non una serva. “Serva del Signore” era uno dei titoli che aveva il popolo di Israele, quindi Maria per l’evangelista identifica il popolo.

2. “Avvenga per me secondo la tua parola”. Maria si fida completamente del Dio dei suoi padri; ora l’aspetta il compito più difficile: accogliere ed accettare il Dio di suo figlio, Gesù.

Vivere il Natale con il cuore di madre.

Un cuore, come quello di Maria, capace di generare, promuovere vita, alimentarla godendo di ogni sua espressione, ogni suo atto, ogni suo gesto.

Una madre veglia, vigila, trepida ma sempre spera, gode della vita di un figlio e lo assiste accompagnandolo con amore delicato e concreto.

Un cuore di madre è cosciente, quando parla, che ha davanti a sé dei figli da far crescere; per questo è paziente mentre prega che le cose possano cambiare e si veda sempre il meglio.

Un cuore di madre osserva, interviene, corregge senza alterazione di voce, mantenendo lo sguardo capace di dire tutto