25.12.2019 – Natale – Giorno: La fraternità soprannaturale

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,

“Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce, insieme esultano, poiché vedono con gli occhi il ritorno del Signore a Sion” (Is 52, 8).

È importante allora far casa Dio preparandogli il posto che gli compete e possa orientare la mia e nostra vita.

“Dio, Ultimamente, in questi giorni ha parlato a noi per mezzo del figlio” (Eb 1,2).

Con queste parole l’Apostolo vuol far capire che Dio è diventato in un certo senso muto, non avendo più nulla da dire, perché quello che un giorno diceva parzialmente per mezzo dei profeti, l’ha detto ora pienamente dandoci tutto nel Figlio suo. È Gesù che io devo ascoltare!

“A quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel” (Lc 2, 10.11).

Per comporre una fraternità occorre l’amore. (…). Ma l’amore che il cristiano porta, è diverso da qualsiasi altro amore esistente al mondo, per nobile e bello che esso sia. È un amore di origine divina, lo stesso amore di Dio partecipato all’uomo che, innestandosi su di lui, lo fa figlio di Dio.

E ciò è premessa e causa d’una realtà incomparabile: la fraternità umana su un piano più alto, la fraternità soprannaturale.

Ora, in questa fraternità, si avvera un fatto che ricorda Natale: Cristo fiorisce in mezzo agli uomini, come l’Emanuele, il Dio con noi. In questa fraternità i cristiani sono uniti nel nome di Cristo, che ha detto: «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro». (…) Presente spiritualmente – s’intende – ma presente. È quella fraternità che può portare Cristo in mezzo al popolo, nelle case, nelle scuole, negli ospedali, nelle fabbriche, negli uffici, in ogni comunità o riunione.

Se Natale ci ricorda fino a qual punto Dio ci ha amato, e cioè fino a farsi uno di noi, è facile capire come la logica del suo amore gli faccia desiderare di essere sempre cointeressato alle nostre faccende e desideroso di continuare a vivere, in certo modo, fra noi, dividendo le nostre gioie, i nostri dolori, le responsabilità e le fatiche, dandoci soprattutto una mano quale Fratello nostro.

A Lui non è bastato ripresentarsi a noi ogniqualvolta ci riuniamo solennemente per la celebrazione eucaristica, o esser particolarmente presente in altri modi come nella Gerarchia o nella sua parola… Egli vuole essere sempre con noi. E gli bastano due o tre cristiani… e nemmeno già santi! Bastano due o più uomini di buona volontà che credono a Lui e soprattutto al suo amore.

Se noi facciamo così, sarà nella Chiesa un pullulare di cellule vive che col tempo potranno animare la società che le circonda, fino a penetrare la massa. Allora essa, informata dello Spirito di Cristo, potrà adempiere meglio il disegno di Dio sul mondo e dare una decisa spinta ad una rivoluzione sociale, pacifica, ma inarrestabile, con conseguenze che mai avremmo osato sperare.

Se Cristo storico ha sanato e sfamato anime e corpi, Cristo misticamente presente fra i suoi sa fare altrettanto. Se Cristo storico ha chiesto al Padre, prima di morire, l’unità fra i suoi discepoli, Cristo mistico presente fra i cristiani la sa attuare.

Se avremo uomini uniti nel nome di Cristo, domani potremo vedere popoli uniti. (Chiara Lubich, Sì, Sì. No, No – 1973)

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