26.10.2025 – 30^ del Tempo Ordinario: O Dio, abbi pietà di me peccatore (Lc 18,13)

26.10.2025 – 30^ del Tempo Ordinario: O Dio, abbi pietà di me peccatore (Lc 18,13)

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Siamo abituati a pensare alla preghiera come a un rito, a delle formule precise da usare, a un luogo dove si prega. In realtà questi sono solo strumenti per la preghiera: quando preghiamo l’essenziale siamo noi stessi. Pregare è essere davanti a Dio in piena trasparenza e sincerità, consapevoli che Lui è tutto e noi siamo niente.
Al Signore poco importa del rito della preghiera: anche questo, quando ci serve, deve esprimere la nostra vera anima.
Il fariseo, oltre che falso, è ridicolo; prega un Dio che lui stesso si è creato e che gli serve per proiettarsi come “giusto” al di sopra di tutto e di tutti.
Il vero orante è il pubblicano che ci rappresenta tutti non per i peccati pochi o tanti che abbiamo, ma perché sente il bisogno di trovare qualcuno che lo capisca, che lo perdoni, che rompa la sua solitudine e gli dia forza per ricominciare, pur cosciente del suo niente.
“Signore, abbi pietà di me peccatore!”. È una bellissima preghiera che ci introduce all’altra, fondamentale: “Padre nostro…”.
Solo così la nostra preghiera penetra le nubi e ci fa sentire in pace nell’abbraccio del Padre.