26.10.2025 – 30^ del Tempo Ordinario: PREGARE NON È DIRE LE PREGHIERE Lc 18,9-14.
, Con 0 Commenti, Categoria: Liturgia, Omelie,Due uomini vanno a pregare ma uno solo prega.
La preghiera infatti non è presentare le cose a Dio, che già le conosce bene, ma presentarsi a Lui come si è; e lo si vede bene quando l’errore travolge la vita e, anche per necessità, si ricorre a Lui per chiedergli aiuto.
E allora si comprende bene che Dio non è disturbato dall’errore ma da chi si presenta come se uno fosse nel giusto ed Egli chiamato solo a ratificare. E Lui non solo non lo fa ma anzi gira lo sguardo su chi l’ha compiuto e lo riabilita del tutto.
Gesù fa vedere che Dio non ama la presunzione o la superbia ma l’umiltà; e che è sempre Dio e non può cedere a chi lo vuol scalzare. Per questo lasciarsi guardare da Lui lasciandolo libero di agire, è la cosa più sapiente che si può fare; dal momento che, per quanto peccatori si possa essere, gli si permette di essere Dio, cioè di servirsi della sua potenza per spazzar via tutto!
Del resto lo si dice anche: il male una volta fatto, è fatto e non ci sipuò far nulla; con Dio invece, a parte le conseguenze ma anch’esse sanabili se si credesse alle indulgenze, non solo viene riparato ma si diventa limpidi come se accadesse una nuova nascita.
Certo che nessuno di noi può ambire di farsi male ma, se gli succede, non può perdere del tempo prezioso a crogiolarsi per quel che gli è successo . È invece quello il momento di alzarsi e correre dal padre per farsi curare. E la sua cura è di “pronta guarigione”.
L’esperienza negativa del figlio che lascia casa per andare a farsi i propri comodi, non è nemmeno lontanamente paragonabile all’abbraccio del padre al suo ritorno.
E anche l’esame di coscienza fatto per strada viene stracciato all’arrivo. È Dio che è fatto così e non come lo si pensa o non lo si pensa affatto.

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