27 Marzo – Al volo … ANGELUS DI PAPA FRANCESCO

27 Marzo – Al volo … ANGELUS DI PAPA FRANCESCO

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Al Volo,

ANGELUS DI PAPA FRANCESCO – 23.03.2020.
“Alla pandemia del virus vogliamo rispondere con la universalità della preghiera, della compassione, della tenerezza. Rimaniamo uniti. Facciamo sentire la nostra vicinanza alle persone più sole e più provate. La nostra vicinanza ai medici, agli operatori sanitari, infermieri e infermiere, volontari… La nostra vicinanza alle autorità che devono prendere misure dure, ma per il bene nostro. La nostra vicinanza ai poliziotti, ai soldati che sulla strada cercano di mantenere sempre l’ordine, perché si compiano le cose che il governo chiede di fare per il bene di tutti noi. Vicinanza a tutti.

Venerdì 27 marzo p.v., alle ore 18, presiederò un momento di preghiera sul sagrato della Basilica di San Pietro, con la piazza vuota. Fin d’ora invito tutti a partecipare spiritualmente attraverso i mezzi di comunicazione. Ascolteremo la Parola di Dio, eleveremo la nostra supplica, adoreremo il Santissimo Sacramento, con il quale al termine darò la Benedizione Urbi et Orbi, a cui sarà annessa la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria”.
DECRETO DELLA PENITENZIERIA APOSTOLICA PUBBLICATO LO SCORSO 20 MARZO
«Si concede l’Indulgenza plenaria ai fedeli affetti da Coronavirus, sottoposti a regime di quarantena per disposizione dell’autorità sanitaria negli ospedali o nelle proprie abitazioni se, con l’animo distaccato da qualsiasi peccato, si uniranno spiritualmente attraverso i mezzi di comunicazione alla celebrazione della Santa Messa o della Divina Liturgia, alla recita del Santo Rosario, alla pia pratica della Via Crucis o se almeno reciteranno il Credo, il Padre Nostro e una pia invocazione alla Beata Vergine Maria, offrendo questa prova in spirito di fede in Dio e di carità verso i fratelli, con la volontà di adempiere le solite condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre), non appena sarà loro possibile»
L’Indulgenza plenaria si può ottenere anche da parte di chi, in punto di morte, sia impossibilitato a ricevere l’Unzione degli infermi o il Viatico, «purché sia debitamente disposto e abbia recitato abitualmente durante la vita qualche preghiera». In questo caso è raccomandato l’uso del crocifisso e della croce.
Inoltre, proprio in virtù della drammatica eccezionalità che viviamo, la Penitenzieria apostolica va oltre e concede la possibilità di ottenere l’Indulgenza plenaria anche «a quei fedeli che offrano la visita al SS Sacramento, o l’adorazione eucaristica o la lettura delle Sacre Scritture per almeno mezz’ora, o la recita del Santo Rosario o il pio esercizio della Via Crucis, o la recita della Coroncina della Divina Misericordia, per implorare la cessazione dell’epidemia, il sollievo per coloro che ne sono afflitti e la salvezza eterna a quanti il Signore ha chiamato a sé».

Per spiegare bene l’indulgenza, spesso si   ricorre all’esempio del foro sul muro e del chiodo che l’ha procurato. Il chiodo è il      peccato che una volta confessato e perdonato attraverso la Confessione “non c’è più”. Resta invece l’effetto del male commesso, il  foro, che l’indulgenza per così dire chiude.

Riassumendo: l’assoluzione sacramentale cancella i peccati, mentre l’indulgenza cancella la pena temporale, che non significa terrena, ma con una durata di tempo non senza fine: terrena, oppure da scontare in Purgatorio.
Pensiero del giorno
Dal Vangelo secondo Giovanni 7,1-2.10.25-30
CHI MI HA MANDATO È VERITIERO E VOI NON LO CONOSCETE!

Ora potrebbero conoscerlo ma si rifiutano. È un rifiuto che nasce nel cuore diventato duro insensibile. E pensare che vivevano di preghiera al tempio e credevano di credere ma in realtà erano bloccati su di un’immagine di Dio sbagliata. È Gesù che può dire, con sicurezza, chi è Dio!
Forse qui c’è il timore del Dio vero che può annullare i criteri umani, quelli che tengono in sicurezza: ho fatto questo, mi sono comportato così e quindi posso essere tranquillo.
Il Dio di Gesù ti conduce fuori, oltre il fare e oltre gli schemi precostituiti per dirti il suo amore di Padre e che ciò che vale è amare e che ciò che resta è solo ciò che l’amore ha fatto. “Ora dunque rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità! (1Cor 13,13)

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