7 Maggio – Al volo … CHI ACCOGLIE COLUI CHE IO MANDERÒ, ACCOGLIE ME … E COLUI CHE MI HA MANDATO!

7 Maggio – Al volo … CHI ACCOGLIE COLUI CHE IO MANDERÒ, ACCOGLIE ME … E COLUI CHE MI HA MANDATO!

Pubblicato da Stefano, Con 0 Commenti, Categoria: Al Volo,

CHI ACCOGLIE COLUI CHE IO MANDERÒ, ACCOGLIE ME … E COLUI CHE MI HA MANDATO!

C’è qui un coinvolgimento, come un intreccio potente, tra Dio e l’uomo.
L’accoglienza e la scoperta di Dio come Amore, trova sicuramente in Gesù
l’espressione e la testimonianza più elevata e certa che chiede accoglienza, dato che Lui è direttamente mandato, affinché questo Amore sia conosciuto e creduto.
Ma una volta che questo accade, allora quell’Amore lo si deve vedere anche nel volto, che esprime vita, gesti e parole, di chi ha conosciuto e ha creduto in Gesù; e quel volto diventa anch’esso veicolo per la fede. Anzi diventa criterio orientativo che prepara l’incontro con Gesù e in Gesù con il Padre.
Tutto parte dall’Amore del Padre e tutto ritorna a Lui: l’Amore si apre, scende, si irradia e ritorna alla sorgente. È l’unica realtà duratura, perché è Dio!

ALLA SCUOLA DEL RISORTO

Gesù risorto è l’uomo che vive per sempre. La morte segna la fine della sofferenza. Egli inaugura il tempo del non essere per essere Amore. E quando siamo Amore, siamo in Dio e come Lui, che è Amore. Qua si sente più la fatica e l’Amore è come nascosto, di là si vede l’Amore e scompare la fatica. È solo beatitudine!

ESSERE MARIA

Se seguiamo Maria, apprendiamo da lei a distanziarci da noi stessi e a non perdere di vista Dio, arriviamo anche noi a dare vita al mondo e a generare Cristo tra quelli che si accostano a Lei.
Lo ha detto Gesù stesso: “Chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre” (Mt 12,50).
Possiamo dunque fare casa a Gesù essendo Maria! E da quella casa ci sarà luce per il mondo e per la vita.

Dall’intervista di  Mons. Derio Olivero, vescovo di Pinerolo, guarito  dal coronavirus a “che tempo che fa” di Fabio Fazio

Era in pace nella sua malattia?

“Posso confidare questo: c’è stata una mezza giornata in cui ho avuto un’esperienza bellissima.
Sentivo una presenza quasi fisica, quasi fosse lì da toccarsi. È una cosa indicibile che non avevo mai provato e che mi ha cambiato la vita. Piango e mi emoziono ancora adesso. Se mi si richiedesse se sia disposto a tornare alla sofferenza di queste settimane per riprovare l’esperienza di quella presenza direi di sì. Adesso torno più entusiasta della vita.

Si può vivere senza l’Eucaristia?

“Abbiamo rinunciato al triduo pasquale. Perché non provare a pazientare? Credo che questa epidemia possa essere un kairós, un’occasione da cogliere anche nel modo di fare pastorale. Molti vescovi si sono industriati per far pregare le persone nelle case. Molti sono tornati a pregare come non facevano prima.

Perché non insistere sulla necessità di reimparare la fede nelle case? Altrimenti rischiamo di tornare a celebrare le messe lasciando però che poi la vita di tutti i giorni sia vuota. La messa può anche essere una parentesi in un vuoto quotidiano”.

Non di sole messe vive il fedele.

“Di fronte a tragedie come queste si vince insieme. Chi mostra i denti ribadisce i propri diritti e pare che vinca, ma collaborerà alla sconfitta”.