Arrivare a tutti

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È necessario che i laici in un isolato di città o in un piccolo quartiere di paese prendano loro le iniziative apostoliche per quanto riguarda i loro prossimi che sono l’isolato, il quartiere, senza pendere dalle spalle del prete; e questo, naturalmente, perchè hanno l’unità col sacerdote che garantisce che quello che fanno come apostolato è apostolato della Chiesa.

Questo decentramento di organizzare un tè con gli amici e intanto trovare il momento per parlare di Parola di Dio e di raccontare le esperienze con tutta la sapienza necessaria, questa autonomia dei laici nelle singole case, ancora non si vede.

Ma se due cristiani ad Antiochia e Corinto erano in grado di tenere su una comunità perché oggi no. Due cristiani, non preti. Perchè altrimenti non si arriverà mai a tutti. Ci sarà sempre il gruppo della parrocchia e il mondo che vive per conto suo.

Il Concilio Vaticano II° ha aperto le porte al laicato. O i laici sentono un senso di inferiorità, di incapacità, che è un peccato davanti a Dio perchè con la grazia che hanno, col Battesimo e tutte le grazie che Dio dà a loro, possono benissimo uscire a vita pubblica oppure è anche colpa dei sacerdoti che non si fidano dei laici. Se la Chiesa, se Dio, se Gesù si fida, il parroco deve fidarsi.

Naturalmente è un’altro concetto di Chiesa che viene fuori perchè, è vero, i laici sono padri, madri di famiglia, figli, studenti, operai,  professionisti, hanno il loro lavoro ma è proprio nell’ambito di questa vita professionale che bisogna trovare il modo di evangelizzare, di prendere iniziativa e non di essere oggetto di evangelizzazione, loro soggetti, loro che evangelizzano.

Questo è l’impegno cristiano. C’è Gesù nel fratello, possiamo fidarci di Gesù nel fratello, Gesù è Gesù. I laici si possono fidare del Gesù che è in loro. E, dato che ciascuno è Gesù, se ci si vuol bene Gesù è fra noi.

Perchè Gesù ha mandato a due a due i 72 discepoli?

Risponde Gregorio Magno: “Perchè meno che tra due la carità non può essere esercitata”. E intendeva la sostanza dell’apostolato: che portassero Gesù presente in mezzo a loro.

E allora si capisce cosa vuol dire: “entrando in una casa dite: pace a questa casa”, la pace era Gesù presente fra loro. E se a questa unità dei due si univa quello della casa, l’unità diveniva più grande, era l’altro che entrava in questa vita cioè nel Regno di Dio.

(Silvano Cola)